Libia. Continua la controffensiva dei regolari: “consiglieri” russi e emiratini circondati a Tarhuna

di Mohamed Ben Abdallah

L’emergenza coronavirus che sta flagellando anche economicamente l’Europa mette mediaticamente in secondo piano la controffensiva del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, quello “di Tripoli”.
Da una decina di giorni infatti l’esercito regolare del Governo guidato da Fayez al-Serraj, da sempre sostenuto dall’Italia, ha scatenato una clamorosa iniziativa militare contro gli aggressori “di Tobruk”, cioè la parte del generale dell’autoproclamato Lna (Libyan National Army) Khalifa Haftar, ed una ad una stanno cadendo città occidentali come Sabrata, Sorman, Zawiya, Zalatan, al-Assah, el-Agelat, Ragedelin, al-Ajilat. La controffensiva messa in piedi dai regolari, dai gruppi armati che li sostengono e dai militari inviati dalla Turchia, si è mossa verso ovest arrivando fino allo strategico valico con la Tunisia di Ras Agedir, verso sud fino ad arrivare a Tarhuna e ad est, da Misurata verso Abu Ghrain e Sirte.

In queste ore aspri combattimenti sono in corso a Tarhuna, a circa una settantina di chilometri a sud-est di Tripoli, dove i miliziani del Lna stanno opponendo una forte resistenza all’avanzata dei regolari. Tarhuna è una città strategica per Haftar, e lì il generale “di Tobruk” ha piazzato il comando della sua personalissima operazione per conquistare Tripoli. A Tarhuna infatti vi sono i comandi militari e delle milizie, i contractor russi della compagnia Wagner (considerata vicina a Vladimir Putin), gli emissari degli Emirati Arabi Uniti, paese che da sempre procura armi e soldi ad Haftar, e molti mercenari sudanesi, diversi dei quali già fatti prigionieri dagli uomini del Gna.
La base militare di al-Watia è stata circondata dai regolari “di Tripoli” impedendo ai cosiddetti “consiglieri militari” emiratini di uscirne, una situazione che avrebbe spinto il ministro della Difesa e principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed Al Nahyan, a chiamare il presidente tunisino Kais Saied per tentare una mediazione.

Libia. La base militare di al-Watia.

Tutto attorno gli scontri si protraggono violenti, con cecchini russi che sparano anche sui civili, droni e colpi di artiglieria che colpiscono ovunque. le cronache parlano di diverse vittime e di numerosi feriti, ma anche di morti prigionieri fatti dai regolari.
Il generale Haftar aveva avviato l’offensiva il 4 aprile di un anno fa garantendo che avrebbe preso la capitale in un mese, ma la sua offensiva, sostenuta da Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita e forte di migliaia di mercenari sudanesi, si è arenata alle porte di Tripoli. Il suo obiettivo era infatti quello di prendere la capitale ed avere così accesso alla Banca centrale libica, anche per ripagare i molti debiti che sta contraendo con alleati e sostenitori.