Libia. Continuano gli scontri a Tripoli. Guterres condanna l’uso indiscriminato della forza

di vanessa Tomassini

Continua ad essere incandescente la situazione a Tripoli, dove da giorni sono incorso scontri fra numerose milizie. Una fonte della Forze antiterrorismo, guidata da Mohammed al-Zain, nega il loro arrivo all’aeroporto di Mitiga, affermando di essere nel campo in Tajoura, aspettando l’arrivo del resto delle truppe da al-Jafra e Zliten. Secondo una nostra fonte, il nucleo partito domenica sera da Misurata conterebbe centinaia di mezzi e uomini e sostiene che nella notte tali mezzi fossero all’aeroporto militare. Nel frattempo le forze provenienti da Zintan, sotto l’egida di Emad Trabelsi, questi incaricato dal Consiglio Presidenziale di garantire la sicurezza nella capitale, sono tornate in quello che era il loro quartier generale prima del 2014, la caserma di Tripoli presso la Islamic Call Society al checkpoint di al-Jibs. Il Battaglione 301 sembra quello che ha subito maggiori perdite.
La polizia giudiziaria ha confermato che domenica 400 detenuti sono fuggiti dalla sezione A dell’istituto di detenzione, al-Ruwaimi, del ministero dell’Interno ad Ain Zara. Secondo Jalal Othman, fondatore del Libyan Institute for Investigative Journalism (LIFIJ), circa il 30% dei residenti del distretto di Ain Zara si trova da questa mattina nell’area dei combattimenti. I civili rifiutano in molti casi di lasciare le proprie abitazioni per paura degli sciacallaggi e furti nelle proprietà private, che si stanno verificando da sabato. Domenica un dipendente della compagnia Almadar Aljadid ha riferito che alcune sedi della società di telecomunicazioni sono state danneggiate da uomini armati che hanno sottratto di tutto. I proprietari delle imprese nel mercato di Kremia e Abu Selim sono stati costretti a svuotare i loro locali per via dei saccheggi.
Fonti locali riferiscono di forti esplosioni che fanno tremare le mura degli edifici nell’altopiano a sud della capitale, violenti scontri continuano tra la Settima Brigata Fanteria, al-Kaniat, e la camera di sicurezza centrale di Abu Selim, Ghani. Un portavoce della Settima Brigata di fanteria, Saad Alhmala, ha spiegato in un’intervista al canale 218TV che il suo commando raccoglie almeno 25 ufficiali militari e i loro uomini provenienti da diverse regioni della Libia distribuiti sui 4 assi intorno alla capitale.
La sala operativa del ministero dell’Interno si è trasferita in una zona sicura di Ganzour, anche parte del personale diplomatico italiano sarebbe stato evacuato. La coordinatrice umanitaria per la Missione delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL), Maria Ribeiro, ha condannato duramente l’uso della violenza, facendo appello a tutte le parti per un immediato cessate il fuoco. Unsmil ha chiesto una riunione allargata per cercare di giungere ad un accordo ed affrontare la situazione nella capitale. L’incontro è in programma per martedì alle 12.00. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha avvertito che l’uso indiscriminato della forza è una grave violazione dei diritti umani, nonché delle leggi internazionali che disciplinano il conflitto armato.