Libia. Fragile accordo per il cessate-il-fuoco a sud di Tripoli

di Vanessa Tomassini –

Dopo una settimana di tensioni e due giorni di pesanti scontri nella periferia di Tripoli, le milizie hanno raggiunto un’accordo per il cessate-il-fuoco. La notizia è stata confermata in una dichiarazione, trasmessa questa notte dalla Tv al-Ahrar, del ministro dell’Interno del Governo di Accordo Nazionale, Abdel Salam Ashour, a capo del Battaglione dei Ribelli di Tripoli (TRB) che si è scontrato ferocemente con la Settima Brigata proveniente da Tarhouna.
L’accordo, “delicato” tanto quanto la situazione di fragili equilibri nella capitale, prevede che la Settima Brigata, al-Kaniat, si ritiri in Qasr Bin Ghashir dopo essere entrata in possesso del campo di Yarmouk, avanzando nell’intersezione di Salaheddin vicino all’ingresso sud dell’Università di Tripoli.
Secondo il racconto dei presenti, le milizie hanno diffuso il caos nelle zone residenziali a sud della Grande Tripoli. In molti hanno riportato un coinvolgimento negli scontri anche del Battaglione 301, che tuttavia al contrario di quanto si potrebbe pensare vista la sua affiliazione al Ministero della Difesa come la milizia al-Kaniat, non si è schierato dalla sua parte. Questo potrebbe essere spiegato con il recente arresto e rilascio da parte di Misurata di Mohamed Damouna che comanda le forze di Tarhouna. Oggi è previsto il ritorno a Tripoli di Haytham al Tajouri, capo della TRB che si trovava in pellegrinaggio in Arabia Saudita in occasione dell’Eid al-Adha allo scoppiare degli scontri. Si ricorderà che c’erano segnali di allarme nella Spring Valley già lo scorso giugno, come ampiamente documentato da Speciale Libia.
Nel conflitto di interessi delle milizie che tengono ostaggio la capitale sono ancora una volta i civili a pagare il prezzo maggiore, costretti a lasciare le aree dei tafferugli e rimanendo vittime di sparatorie e proiettili vaganti. Domenica 4 persone sono morte nei combattimenti tra cui un bambino di 11 anni. Il bilancio provvisorio della seconda giornata è stato di 5 morti e 33 feriti, di cui almeno 6 in gravissime condizioni. Non è ancora chiaro se si tratti di civili o persone impegnate in battaglia.