Libia. Giacimento di El Feel è in shut down in seguito alle proteste

di Vanessa Tomassini e Jamal Adel

Lo scorso mercoledì, 21 febbraio, le guardie degli impianti petroliferi, Petroleum Facility Guard (PFG), hanno organizzato nel sud libico una protesta per i salari posticipati chiedendo ancheprogetti di sostenibilità regionale. Le manifestazioni hannocausato un’interruzione temporanea della produzione di greggio per il gigante El Feel nel bacino di Murzuq. Venerdì, l’amministrazione della compagnia petrolifera El Feel, temendo un’escalation da parte dei protestatori, ha in parte evacuato gli operatori, riducendo al minimo la presenza dei dipendenti. Il colosso petrolifero di El Feel è una joint venture tra la compagnia italiana Eni e la compagnia di stato NOC con una produzionestimata intorno ai 72.000 barili di greggio al giorno ed un collegamento da Millitah a Zuwarah attraverso il gasdotto Reyayena, dove secondo alcuni sarebbe stato registrato lo spegnimento delle valvole da parte delle guardie della PFG. Tuttavia secondo alcune fonti della compagnia italiana, le guardie non hanno spento le valvole e probabilmente non saprebbero nemmeno come farlo. Il presidente del NOC, Mustafa al-Sanalla ha dichiarato che le guardie erano legate al ministero della Difesa e che era compito del ministero rispondere alle loro richieste. Va precisato che la chiusura del complesso di El Feel, dove si produce olio e non gas, non può ovviamente impattare in alcun modo sulle forniture di gas per l’Italia attraverso i gasdotti del Mediterraneo verde, come riportato invece erroneamente da alcuni media locali. La produzione di gas naturale della Libia è stimata attorno ai 2 miliardi di metri cubici, principalmente prodotti nel complesso di Millitah, attraverso i suoi campi di Wafa e Sabratha.