di Vanessa Tomassini –
Prosegue incessantemente il conflitto in e intorno a Tripoli tra l’autoproclamato Libyan National Army (LNA) e la coalizione di forze armate del Governo di Accordo Nazionale (GNA). La guerra tra le due fazioni si è estesa in maniera sempre più esplicita, attraverso raid aerei e attacchi coordinati da parte di milizie armate anche in altre aree del Paese, nella fattispecie a Misurata, Sirte, al-Jufra e nella regione meridionale.
Due giorni fa l’LNA sotto l’egida del maresciallo Khalifa Haftar, che attraverso il suo portavoce ha dichiarato che non esistono alternative alla soluzione militare, ha annunciato il controllo dell’area Ghout El Reeh, ad est di Gharian, a circa 80 km a sud di Tripoli sulle pendici dell’altopiano del Gebel Nefusa. Il portavoce della Tarhouna Protection Force, Yousef al-Moamari, a capo di una piccola coalizione di gruppi armati leali al GNA di Fayez al-Serraj, ha confermato di aver portato a segno un’offensiva contro gli uomini di Haftar al checkpoint di Qasaye, ad est di Tarhouna, distruggendo alcuni veicoli e munizioni.
Un video diffuso sui social network mostra un battaglione dell’LNA respingere un attacco di gruppi armati nell’area di al-Arban, nella periferia est di Gharian, mentre sempre a Tarhouna l’aviazione di Misurata, o droni turchi secondo media locali, hanno condotto diversi raid aerei tra giovedì e venerdì su un’improvvisata base aerea di circa 2,8 km costruita recentemente dall’LNA per permettere l’atterraggio di aerei militari provenienti dall’est del Paese.
Media vicini all’LNA hanno riportato il bombardamento nella notte tra giovedì e venerdì delle posizioni GNA al Misurata Air College e presso la base aerea di Gharadabiya a Sirte, in risposta ad un tentato raid condotto da droni turchi, in sostegno di al-Serraj, presso la base militare al-Quwwat al-Jawwiyya al-Libiyya nel distretto di al-Jufra, nel Fezzan. Nel raid sarebbero stati distrutti 3 droni di Ankara. L’LNA afferma inoltre di aver colpito 19 veicoli armati vicino al Gate 50 a sud di Sirte, la città costiera che ha dato i natali al colonnello Muammar Gheddafi, controllata dalla Sirte Protection e Security Force. Fonti militari hanno rivelato che il convoglio si stesse dirigendo verso Jufra in sostegno delle milizie locali.
Pesanti scontri sono ricominciati intorno alle 12.00 (o.l.), dopo ore di relativa calma, nei fronti a sud della capitale, in particolare lungo Triq al-Matar e nella Spring Valley. Mentre la coalizione GNA ha condotto un attacco di artiglieria e razzi nell’area di al-Araban. Il comando dell’operazione Vulcano di rabbia ha dichiarato, poche ore fa, di avanzare negli assi di Qasr Bin Gashir e Suq al-Khamis, mentre l’LNA sarebbe stato in grado di respingere un nuovo attacco presso la base aerea di al-Jufra, aggiungendo di avere “piena sovranità” dello spazio aereo libico. Dall’altra parte, il GNA rappresentato da Fayez al-Serraj rivendica il controllo di 4 posizioni strategiche nei pressi del gate di al-Ghasir.
Per quanto concerne l’area meridionale, il conflitto ha riacceso le tensioni tribali tra Tuareg, Tebu ed Awlad Suleiman. Dopo le uccisioni e i massacri avvenuti nel centro di Murzuq, dove Serraj ha dichiarato il “disastro” ordinando misure straordinarie, un giovane Tebu è stato ucciso ad Awbari ed un anziano Tuareg prelevato forzatamente per vendetta.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha fatto appello giovedì a tutte le parti a rispettare un cessate il fuoco permanente che permetta la ripresa del dialogo sotto la leadership dell’inviato delle Nazioni Unite, Ghassan Salamè, il cui mandato è stato prorogato all’unanimità fino al 2020. Pesanti combattimenti sono ancora in corso.