Libia. L’Alto consiglio di Stato risponde alle critiche di Salamé

di Vanessa Tomassini –

L’Alto Consiglio di Stato, guidato dal presidente Khalid al-Meshri, ha risposto attraverso una dichiarazione diffusa lunedì alle critiche mosse dall’inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamè. Il Consiglio ha dichiarato di non ostacolare l’attuazione dell’accordo politico, dicendosi sorpreso dalle affermazioni di Salamè alla 39a sessione del Consiglio dei diritti umani, sottolineando che i suoi membri sono alla ricerca di un accordo con la Camera dei Rappresentanti per sostenere e modificare l’accordo politico, attraverso l’emanazione di una carta costituzionale nonchè per ristrutturare il Consiglio Presidenziale, oggi guidato da Fayez al-Serraj, e le posizione sovrane dello Stato.
Durante il suo briefing del 26 settembre, il capo della Missione di Supporto in Libia (UNSMIL) aveva detto che “il paese è alla disperata ricerca di leadership politica. Le Nazioni Unite non sono qui per sostituire il governo, ma per sostenere le autorità in Libia quando stabiliscono uno stato democratico, funzionante e prospero. Tuttavia, troviamo pochi partner capaci da supportare. Quegli eletti parlamentari del 2012 e del 2014 che formano l’Alto Consiglio di Stato e la Camera dei Rappresentanti hanno solo ambizioni di rimanere al potere indefinitamente. Il Governo di Accordo Nazionale designato è underperforming e lotta per esistere mentre altri cercano di schiacciarlo, ma non forniscono un’alternativa plausibile”.
“Più e più volte – ha aggiunto Salamé – il popolo della Libia ha chiesto nuove elezioni per lavare via questi corpi defunti, e più e più volte, queste chiamate sono cadute nel vuoto o hanno ricevuto scuse insincere”. L’inviato Onu ha poi dichiarato di aver informato il Consiglio di sicurezza che “affinché si svolgano le elezioni nazionali devono essere soddisfatte alcune condizioni. Richiederanno un grande sforzo per raggiungerle, ma sono realizzabili”. La Missione sta lavorando per garantire condizioni favorevoli a elezioni nazionali libere ed eque, con il sostegno della comunità internazionale.