Libia. Leon convoca le parti a Skhirat e porta il nuovo accordo, ‘proposta ragionevole e corretta’

di Enrico Oliari –

leon 3 grande“Per voi è giunto il momento di prendere anche le decisioni più difficili per arrivare alla pace”. Le parole dell’inviato delle Nazioni Unite per la crisi libica Bernardino Leon sono il senso dell’incontro di Skhirat, l’ultimo di una lunga serie nel tentativo di trovare la quadratura del cerchio e far dialogare le parti, cioè il governo “di Tripoli”, filo-islamico, riconosciuto solo da Qatar e Turchia e guidato da Khalifa al-Ghweil, e quello “di Tobruk”, frutto delle elezioni di un anno fa, riconosciuto dalla comunità internazionale e con a capo Abdullah al-Thani.
Solo negli ultimi giorni vi sono stati incontri delle parti ad Algeri, in Ciad si sono ritrovati i paesi confinanti la Libia e la Lega Araba, al Cairo si sono visti i ministri degli Esteri di Algeria, Italia e Egitto: un mosaico di presse di posizioni e di idee che hanno corretto la nuova proposta portata oggi da Leon in Marocco volta a dar vita a quel sospirato “Governo di Accordo Nazionale” in Libia.
Si tratta della quarta versione del “draft”, ovvero un’intesa sviluppata su 29 punti e 69 articoli che, in qualche modo, riconferma entrambe le assemblee elette, ma con gli accorgimenti dettati dalle perplessità indicate dalle parti nella terza versione.
Tra i vari passaggi e principi espressi nella proposta vi sono l’”integrità territoriale della Libia, sovrana, indipendente e in pieno controllo dei suoi confini internazionali”, la separazione fra i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, il rispetto dei diritti umani, l’uguaglianza fra i cittadini. Vi è l’abolizione del parlamento “di Tripoli” in cambio di un’unica Camera dei rappresentanti e, come indica l’articolo 19, della creazione di un Alto Consiglio di Stato, il quale, seppure con una posizione inferiore rispetto alla Camera dei rappresentanti, la affianca: tale escamotage ha permesso di ammorbidire le posizioni “di Tripoli”, che si vedono cancellare il proprio parlamento.
Almeno per la fase transitoria è prevista la creazione di una presidenza del Consiglio formata da un presidente e da due vicepresidenti che dovranno trovare l’accordo sulle decisioni che si rifletteranno sul governo del paese.
Aprendo i lavori Leon ha detto di “sperare che questa bozza costituisca una proposta ragionevole e corretta. Il popolo di Libia guarda al vostro lavoro nella speranza che voi riusciate a salvare il paese e la sua gente da questa lunga guerra”.