Libia. L’Onu chiede protezione urgente per i rifugiati interni di Tawergha. Salamè a Bengasi

di Vanessa Tomassini –

Come si legge in un comunicato diffuso dalla Missione Di Supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), le organizzazioni e i partner umanitari Onu sono profondamente preoccupati per la situazione affrontata da uomini, donne e bambini di Tawergha che non sono in grado di tornare a casa e attualmente vivono in insediamenti improvvisati con condizioni precarie a Qararat al-Qataf e Hwara. “Centinaia di persone, che vogliono esercitare il loro legittimo diritto al ritorno, sono rimaste bloccate in aree aperte in condizioni meteorologiche difficili e senza accesso ai servizi di base da oltre tre settimane”, ha affermato Maria Ribeiro, coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite per la Libia. “Il loro ritorno volontario, sicuro e dignitoso non dovrebbe essere ritardato ulteriormente e i Tawerghani non dovrebbero essere tenuti in ostaggio della crisi politica nel paese”, ha aggiunto. A seguito di un decreto del Consiglio della Presidenza del dicembre 2017 di avviare il processo di rimpatrio dal 1 ° febbraio, le famiglie provenienti dall’est, dal sud e dall’ovest della Libia hanno tentato di tornare nella propria città, ma sono state bloccate da diverse milizie di Misurata, città che ne detiene la giurisdizione. Le autorità libiche hanno la responsabilità primaria di fornire protezione e assistenza umanitaria agli sfollati all’interno della loro giurisdizione e di preparare le condizioni per il loro ritorno in condizioni di sicurezza, compresa l’eliminazione di residui bellici esplosivi. Le Nazioni Unite sono pronte a sostenere questi sforzi. Ad oggi, le agenzie delle Nazioni Unite e i partner libici e internazionali hanno fornito assistenza salva-vita tra cui tende, articoli per l’igiene, abbigliamento invernale, acqua e cibo. Inoltre, il Ministero della salute fornisce assistenza e attrezzature sanitarie. Ma le dure condizioni e la carenza di beni di prima necessità continuano a prevalere sulle famiglie di Tawergha. L’Onu sta lavorando a stretto contatto con le autorità locali, il ministero per i Migranti e i Rifugiati ed altre organizzazioni umanitarie per fornire assistenza agli sfollati di Tawergha, esortando tutte le parti in conflitto a rispettare la legge umanitaria e sui diritti umani per garantire la protezione dei civili. Oggi invce l’Alto rappresentate di Unsmil, Ghassan Salamé, è arrivato a Bengasi dove ha già incontrato il sindaco ed il consigliere Abdel Rahman Alabbar, per discutere di un certo numero di documenti politici e di sicurezza. Salamè incontrerà anche un certo numero di rappresentanti e funzionari della città per individuare quali sono i problemi di uno dei centri più importanti del Paese nordafricano, di recente nel mirino di due attentati terroristi.