Libia. Mogherini vede al-Serraj, ‘la soluzione alla crisi è nel dialogo’

di Vanessa Tomassini

L’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue e vicepresidente del Consiglio Federica Mogherini ha incontrato ieri a Bruxelles Fayez Mustafa al-Sarraj, presidente del Consiglio di presidenza e primo ministro libico, in vista del Consiglio “Affari esteri” per discutere della crisi in Libia. Federica Mogherini ha ribadito che l’Unione Europea si aspetta che tutte le parti e gli attori regionali cessino immediatamente le loro attività militari e riprendano il dialogo politico nell’interesse di tutti i libici. Ha espresso pieno appoggio per il lavoro del rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé, nel suo lavoro per arrivare ad un cessate-il-fuoco e incoraggiare un ritorno ai negoziati. L’Alto rappresentante e il primo ministro al-Sarraj hanno anche discusso della situazione umanitaria in Libia, dove decine di migliaia di persone sono state sfollate a causa della guerra a Tripoli. Federica Mogherini ha sottolineato l’importanza di garantire l’accesso agli aiuti umanitari, l’imperativo di proteggere i civili e il lavoro continuo, in collaborazione con l’UNHCR e l’OIM, per proteggere e assistere i migranti nei centri di detenzione.

Fayez al-Serraj.

Il Consiglio europeo ha poi discusso la situazione in Libia e ha adottato la seguente dichiarazione:
“L’attacco militare dell’LNA a Tripoli e la successiva escalation dentro e attorno alla capitale costituiscono una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali e minacciano ulteriormente la stabilità della Libia. Inoltre aumenta il rischio della minaccia terroristica in tutto il paese. L’Ue ribadisce il proprio impegno nei confronti della sovranità, dell’indipendenza, dell’integrità territoriale e dell’unità nazionale della Libia. L’Ue chiede a tutte le parti di attuare immediatamente un cessate il fuoco e di impegnarsi con le Nazioni Unite per garantire una completa e totale cessazione delle ostilità. Chiede inoltre a loro di dissociarsi sia pubblicamente sia sul campo da elementi terroristici e criminali coinvolti nei combattimenti e da coloro che sono sospettati di crimini di guerra, compresi individui elencati dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L’Ue è profondamente preoccupata per la perdita di vite umane, il numero crescente di sfollati interni e l’impatto sui flussi migratori. Tutte le parti devono proteggere i civili, compresi migranti e rifugiati, consentendo e facilitando una consegna sicura, rapida e senza ostacoli di aiuti umanitari e servizi a tutte le persone colpite, e come previsto dal diritto internazionale umanitario e dal diritto internazionale dei diritti umani. L’Ue ricorda che gli attacchi indiscriminati a zone residenziali densamente popolate possono ammontare a crimini di guerra. Coloro che violano la legge internazionale umanitaria devono essere perseguiti. L’Ue ricorda che non esiste una soluzione militare alla crisi in Libia e sollecita tutte le parti a reimpegnarsi nel dialogo politico agevolato delle Nazioni Unite e adoperarsi per una soluzione politica globale alla crisi in Libia, come concordato a Parigi nel maggio 2018, a Palermo nel novembre 2018, e ad Abu Dhabi nel febbraio 2019 per aprire la strada allo svolgimento delle elezioni nazionali. L’Ue ribadisce il suo pieno sostegno ai lavori del rappresentante speciale del segretario generale (SRSG) e della missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL). Esorta tutte le parti a rispettare pienamente l’embargo sulle armi e ad astenersi da qualsiasi azione che possa compromettere ulteriormente il dialogo politico facilitato dalle Nazioni Unite. Li esorta inoltre a impegnarsi in modo costruttivo con l’SRSG con l’obiettivo di raggiungere una soluzione politica a guida libica e di proprietà libica attraverso un processo politico inclusivo, con la piena partecipazione delle donne, per portare sicurezza, sostenibilità politica ed economica e unità nazionale in Libia”.