Libia. Palermo: gli occhi del mondo su Khalifa Haftar

di Vanessa Tomassini

PALERMO. I media italiani e internazionali sono tutti concentrati sulla super discussa partecipazione del capo del Libyan National Army alla conferenza per la Libia. Il suo arrivo, non solo è stato messo in discussione fino all’ultimo minuto, ma non sono bastate neanche le foto del ricevimento da parte del premier Giuseppe Conte, per convincere la platea che continua ad interrogarsi su come e chi abbia convinto il generale a prendere parte all’evento italiano. Ad alimentare i dubbi, una dichiarazione del portavoce dell’ufficio media dell’esercito orientale che nega la partecipazione di Haftar alla Conferenza, affermando che il maresciallo è in Sicilia per una serie di incontri con capi di stato stranieri.
Tuttavia fonti dell’Alto Consiglio di Stato e della Camera dei Rappresentanti hanno confermato che la delegazione del Libyan National Army ha preso parte ai gruppi di lavoro su economia e sicurezza che si sono svolti a partire dalle 11.00 di lunedì mattina a Villa Igea. Ma non è solo questo a far discutere, sebbene infatti il cirenaico sarebbe stato da tempo introdotto dall’Eliseo come legittimo interlocutore politico alla comunità internazionale, i “nemici” continuano ad interrogarsi sul perchè un ufficiale militare debba sedersi al tavolo delle trattative. Intanto, il capo dell’esercito continua a raccogliere consensi, il suo modo di fare che ricorda spesso quello del colonnello Muammar Gheddafi, a molti libici piace ed il fatto che il generale faccia il prezioso non fa altro che aumentare la sua popolarità.
Ma esiste davvero questo conflitto? Sono davvero sufficienti poche ore per far sancire un’amicizia tra quattro improbabili rivali? C’è chi sostiene infatti che l’obiettivo della conferenza sarebbe un altro: mantenere lo status quo, dando nel frattempo qualche contentino ai libici scontenti, affinchè tutti, compreso il presidente Fayez al-Serraj, mantengano il loro ruolo fino alla conferenza nazionale. A breve riceveremo qualche risposta, mancano poche ore infatti per scoprire i risultati della conferenza che verranno annunciati in una conferenza stampa dal professor Conte. Malgrado gli sforzi, una cosa è certa: non sarà una conferenza a cambiare ciò che i libici hanno nel cuore.