Libia. Panico tra i civili, una notte sotto i razzi a Tripoli

di Vanessa Tomassini –

TRIPOLI. Dopo poche ore dall’appello del procuratore generale della Corte Internazionale di Giustizia, Fathi Bensouda, che ha invitato entrambe le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale, nella notte la capitale libica è sprofondata nel terrore. Fortissime esplosioni consecuitive hanno fatto tremare le finestre del centro di Tripoli poco dopo le 23,00. Diversi civili sono stati uccisi ed altrettanti feriti a Khallet al-Furjan. Ad Abu Salim l’appartamento di una famiglia è stato raggiunto da granate e razzi grad, internazionalmente vietati. Le ambulanze hanno trasportato decine di feriti verso le 7 cliniche da campo ad Ain Zara, Salah El-Din, Triq al-Matar, Wadi Rabia e Khallet al Furjan. “Cosa sono questi? Aerei o razzi?” Si interroga la gente riversata nei punti di raccolta di quelle zone considerate sicure, ma che forse non lo sono più così tanto. Non solo i libici continuano ad uccidersi l’un l’altro, ma entrambe le parti si accusano a vicenda degli attacchi indiscriminati contro i civili. Intanto il Consiglio comunale di Abu Selim ha affermato che, a causa dei bombardamenti, sei persone sono morte, cinque donne e un uomo, ed almeno 35 civili si trovano al momento in gravi condizioni in ospedale.
Sono oltre 25mila le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni a Tripoli e nei suoi sobborghi. Il numero è destinato a salire dopo che i combattimenti e i bombardamenti casuali hanno raggiunto la scorsa notte le zone residenziali, ferendo ed uccidendo dozzine di civili. L’inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamé, ha definito quanto accaduto le scorse ore “una notte orribile di bombardamenti casuali”. Salamè continua a chiedere l’interruzione immediata delle ostilità per il bene di 3 milioni di persone che vivono nella capitale lbica. Al suo accorato appello si è unito quello di AbdelRahman Ghandour, rappresentante speciale di Unicef in Libia. Il fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia sta collaborando incessantemente con gli Scout di Tripoli per portare sollievo a migliaia di bambini nelle scuole e nei centri di raccolta per gli sfollati. Ghandour ha detto che moltissimi bambini restano intrappolati nelle zone di conflitto a sud di Tripoli. “Stanno vivendo un incubo”. Ha aggiunto, chiedendo l’immediata apertura di corridoi umanitari.