Libia. Raid di Haftar su un centro migranti, 60 morti

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Sono oltre 60 i morti e 130 i feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni, del raid aereo condotto nella notte su un centro per immigrati situato nei pressi della base militare di Dhaman, nell’area di Tajoura.
A colpire è stata l’aviazione del generale “di Tobruk” Khalifa Haftar, che per obiettivo aveva i depositi di munizioni delle milizie della potente tribù di Misurata, alleata del governo di Tripoli riconosciuto dalla comunità internazionale.
I soccorsi sono durati tutta la notte e, come ha spiegato il portavoce dei servizi di soccorso, Osama Alì, “nel centro vi erano al momento dell’attacco 200 persone”.
Il raid arriva dopo che settimana scorsa Haftar ha perso la città strategica di Gharina, dove sono stati rinvenuti costosissimi missili anticarro di produzione Usa e passati dagli Emirati Arabi Uniti al Libyan National Army (Lna).
Haftar non è riuscito a conquistare Tripoli, come si era prefissato con l’offensiva del 4 aprile, ed anzi, il suo Lna sta soffrendo la controffensiva dei governativi.
Sull’attacco al centro migranti è intervenuto il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, il quale ha dichiarato che “Haftar ha la responsabilità di un attacco criminale, mi auguro non ci sia più nessuno, e non cito i francesi, che per interesse economico e commerciale bombardi obiettivi civili”. Ha poi aggiunto che “se la comunità internazionale non interviene adesso che è stato colpito un obiettivo civile, cosa altro devono aspettare?”.
Domani si terrà una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza Onu, ma c’è da aspettarsi che non cambi nulla, anche perché non è da oggi che i libici, specialmente quelli che fanno capo al governo “di Tobruk”, ricevono armi in barba alle risoluzioni del Palazzo di Vetro.
Salvini non ha citato a caso i francesi, che nei consessi internazionali dicono una cosa, ma che poi sostengono l’offensiva di Haftar.