Libia. Sconfitte le milizie a Sabratha, il controllo dell’immigrazione ora spetta a al-Serraj

di Vanessa Tomassini –

Il 6 settembre il brigadier generale Omar Abdul Jalil, capo della regia operativa Anti-Isis (Aior) di Sabratha, ha annunciato in un comunicato di aver annientato gli uomini della brigata Amu ed il 48mo battaglione. In queste ore alcuni media hanno già lanciato l’allarme in quanto la sconfitta della milizia di al-Dabashi, detto “lo zio”, provocherebbe una ripresa dei flussi migratori verso l’Italia. Tuttavia non c’è alcuna ragione di credere che una ripresa dei flussi possa dipendere dalla sconfitta delle milizie. Infatti la sala operativa anti Isis (Aior) risponde direttamente al Consiglio presidenziale di Tripoli e non all’uomo forte di Tobruk, il generale Khalifa Haftar, come alcuni media hanno riportato. Nell’audio contenuto in questo tweet, del collega libico Mohammed Abdusa, si sente chiaramente il capo dell’Aior confermare la sua fedeltà al Consiglio presidenziale di Tripoli. al-Serraj, che ha espresso profonda soddisfazione per l’operazione di Sabratha, si è impegnato a continuare il controllo dei flussi migratori. In questa sfida il presidente del governo di Accordo nazionale continuerà ad avvalersi della cooperazione della sala operativa di Abdul Jalil, forte anche del sostegno della cittadinanza che, stanca dei combattimenti andati avanti per settimane, ha fortemente voluto la cacciata delle milizie dalla città. Invece, ci rivela Mohammed, “Haftar ha preso il controllo della città di Sorman, ad ovest di Sabratha”.
Al contrario di quanto suggerito dai titoli di alcune testate, la sconfitta della Brigata Amu e del 48mo battaglione dovrebbe facilitare l’interruzione dei flussi migratori illegali dall’ex colonia italica verso l’Europa, considerando che era proprio lo “zio” ad assicurare i viaggi della speranza in mare, come testimoniano le migliaia di migranti presenti nella città di Sabratha, radunati proprio da al-Dabashi. L’operazione della sala operativa anti-Isis è vista di buon occhio dal nostro Paese che sostiene l’estensione della legalità da parte del Consiglio presidenziale di Tripoli. Il ritrovamento di un vasto numero di migranti intorno a Sabratha ha messo in crisi i centri di detenzione della città, per questo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha organizzato diversi trasferimenti verso Tripoli, offrendo anche ai migranti la possibilità di tornare nei propri Paesi attraverso il programma di rimpatrio volontario, come si legge in un comunicato dell’organizzazione. Per far fronte a questa crisi umanitaria, si legge in un tweet della nostra ambasciata a Tripoli, l’Italia ha provveduto immediatamente a fornire cibo, medicine e beni di prima necessità ad Oim e all’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr).