Libia. Scontri e bombardamenti a sud di Tripoli

di Vanessa Tomassini

La guerra intorno a Tripoli si è fatta ancora più feroce, ed il generale “di Tobruk” Khaliha Haftar ha dichiarato ufficialmente che “che tutte le sue forze di terra, navali e aeree stanno partecipando a un grande attacco contro le milizie nei pressi di Tripoli”. L’aviazione del Libyan National Army (LNA) ha continuato a condurre pesanti raid aerei a tappeto a sud della capitale, ed un drone turco sarebbe stato abbattuto nei pressi di Ain Zara, dove la Sala Operativa del Governo di Accordo Nazionale (GNA) rivendica la distruzione di 4 veicoli blindati delle forze armate nell’asse di Suwehli.
L’LNA avrebbe distrutto invece almeno due mezzi nella zona di al-Sabaia e lanciato un’offensiva ad est di Azizia, nella regione di Warshefana, mentre un altro raid prendeva di mira l’area di al-Sukat a Misurata. Nostre fonti riferiscono la presenza di combattenti stranieri nell’area di Azizia, probabilmente tra i gruppi armati di Tripoli, tuttavia entrambe le parti negano l’impiego di mercenari.
Ahmed al-Mismari, portavoce del comando generale dell’LNA ha dichiarato questa mattina sulla sua pagina Facebook che “le forze armate hanno lanciato un feroce attacco sull’asse di Salah al-Din con una serrata copertura aerea”. Le operazioni hanno causato ingenti vittime tra i gruppi armati affiliati al GNA. Raid aerei sarebbero ancora in corso.
Il maggior generale Mabrouk al-Ghazawi, comandante del gruppo operativo della regione occidentale dell’LNA, ha riferito di successi delle forze armate sull’asse di Zattarneh, mentre si combatte a Wadi Al-Rabeea, Ain Zara, Wildlife e Airport Bridges.
Abdul Basit Tikka, comandante del campo nell’asse della Spring Valley sotto il comando del Consiglio presidenziale di Fayez al-Serraj, da parte sua, ha riferito che la situazione resta sotto controllo lungo la Spring Valley e negli assi vicini, seppur confermando sporadici bombardamenti da parte delle forze di Haftar. Non si conoscono le stime delle vittime della guerra dall’inizio degli scontri, mentre dal 4 aprile oltre 24mila famiglie risultano sfollate, circa 140 mila libici.