Libia. Tra perdite petrolifere e un’interminabile guerra civile

di Vincenzo Tartaglia

Non si placano le tensioni in Libia a seguito dei recenti scontri tra milizie a Tripoli, le quali si sovrappongono a quelle, ormai ordinarie, tra il governo di Tobruk, di fatto controllato dal generale Khalifa Haftar (che è anche il comandante dell’Esercito Nazionale Libico) e il governo di Tripoli guidato dal presidente dle Consiglio presidenziale Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh. Quest’ultimo deve fare anche i conti con le forti proteste popolari nella capitale, che chiedono a gran voce le dimissioni del suo corrottissimo governo di unità nazionale e lo smantellamento delle numerose milizie armate presenti nel ristretto territorio libico controllato da Tripoli, secondo quanto riportato da The Libya Observer.
A complicare le cose si è verificata oggi una pesante perdita di petrolio dall’oleodotto che rifornisce la raffineria di Zawiya, a circa 40 km a ovest di Tripoli. Come riportato dal quotidiano Agence de Presse Africaine, la raffineria è la più grande del paese nordafricano, capace di lavorare oltre 120 mila barili di petrolio al giorno. In seguito alla perdita la raffineria ha temporaneamente fermato le attività, con evidenti ripercussioni sulla fragile economia del paese fortemente dipendente dall’esportazione dell’oro nero.