Libia. Visita di Di Maio, ‘servono stabilità e sicurezza, via i mercenari dal paese’

‘La Libia è per l’Italia “un dossier prioritario, anche per i nostri interessi geostrategici’.

di Guido Keller

Ha preso il via oggi a Tripoli la missione dei ministri degli Esteri di Italia, Luigi di Maio, di Germania, Heiko Maas, e di Francia, Jean-Yves Le Drian. Lo scopo è quelo di dare un chiaro appoggio politico al governo provvisorio libico di Abdul Hamid al-Dbeibah, frutto di un lungo ed intenso lavoro diplomatico concretizzatosi con il clamoroso fallimento dell’offensiva di Khalifa Haftar sulla capitale. Per Di Maio, ormai alla settima visita nel paese nordafricano in due anni, è indispensabile dare stabilità al paese, un concetto ribadito anche alla ministeriale Esteri della Nato di due giorni fa, durante la bilaterale con il Segretario di Stato Usa Tony Blinken, cominciando con il ritiro delle migliaia di mercenari ancora presenti nel paese, spesso sudanesi e ciadiani ingaggiati nelle forze di Haftar ma anche europei e russi, come pure con la riapertura la strada che da Misurata porta a Sirte.
La proposta del ministro italiano è quella “dell’avvio della Missione di Monitoraggio e Verifica del cessate il fuoco sotto egida Onu” poiché la situazione politica in Libia, sebbene con un governo eletto e comunque in carica fino a Natale, continua ad essere delicata, vuoi per la tradizionale realtà di un tessuto sociale frammentato in tribù che di fatto si autogovernano, ciascuna puntando ai propri interessi prima che a quelli nazionali.
D’altronde, come ha spiegato in più occasioni Di Maio e con lui i suoi predecessori, la Libia rappresenta per l’Italia “un dossier prioritario” sia sul fronte della sicurezza che per “i nostri interessi geostrategici”. E dopo che altre potenze hanno cercato di mettere il piede in Libia, a cominciare dalla Francia con il suo neanche tanto velato supporto ad Haftar l’Italia, che ha sempre sostenuto il governo riconosciuto dalla Comunità internazionale, torna a proporsi come interlocutore diretto anche a nome dell’Unione Europea: “La Libia – riporta la Farnesina – è un tema di sicurezza nazionale ed è un bene che l’Ue parli con una sola voce, condividendo rischi, obiettivi e opportunità di crescita e sviluppo”.