L’importanza dei grani antichi di Tunisia

di Domenico Letizia

In occasione del Festival “Cerealia – la Festa dei Cereali”, presso il Circolo Ufficiali delle Forze armate d’Italia, l’ingegnere Franz Martinelli, Past-President del Rotary Club Roma Cassia e presidente dell’Associazione i Rotariani per i Giovani del Mediterraneo, denominata “Gi.&Me. Association”, ha relazionato sul progetto “Grani Antichi di Tunisia”. Il progetto, descritto nelle varie fasi della sua realizzazioni, ha permesso di valorizzare i grani antichi tunisini attraverso l’implementazione di tutta la filiera, dai piccoli agricoltori che ancora seminano queste varietà tradizionali di grano duro e ai lavoratori che impastano e che ne fanno prodotti ad alto valore aggiunto, come il borghul, il couscous, il pane e l’incredibile gamma di paste della tradizione gastronomica tunisina.
Il progetto nasce dalla collaborazione con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus e con due Associazioni tunisine, l’Associazione Slow Food Tebourba e l’Associazione Irada per la famiglia rurale e le artigiane, che ha lanciato un circuito economico circolare attraverso la valorizzazione di tutta la filiera che va dal produttore al consumatore. Il progetto attraverso l’agricoltura biologica sta valorizzando la vita e la produzione di un’intera comunità di donne e uomini, incentivando l’occupazione, lo sviluppo di lavoro locale e sostenibile e attirando l’interesse di numerose realtà enogastronomiche interessate alla valorizzazione di antiche varietà di frumento da reinserire nel mercato agroalimentare del Mediterraneo. Si coltiva principalmente in zone collinari: alcuni terreni sono altipiani, altri invece sono caratterizzati da forti pendenze e non consentono l’utilizzo di mezzi agricoli contemporanei. In questi casi la tecnica di lavorazione e cultura è completamente manuale, dalla semina alla raccolta. Nei campi non si usano né fertilizzanti chimici, né pesticidi e, per evitare che il terreno si impoverisca, è prevista la rotazione del grano con leguminose. Un approccio culturale e lavorativo legato alla terra e al terreno che prevede diversificazione e non omologazione dei prodotti da coltivare, quindi, una tutela maggiore anche dei terreni dove viene svolto l’intero processo.
La coltivazione di queste antiche varietà e le tecniche di cultura tradizionale consentono a una comunità locale di anziani agricoltori di mantenere la fertilità del suolo e di preservare questi terreni difficili dall’erosione.
L’8 dicembre del 2018 a Tebourba, a circa 30 km da Tunisi, è stato inaugurato il primo locale con forno per la produzione del pane e per lo stoccaggio, il confezionamento e la vendita dei grani e dei prodotti derivati. Aiutare i giovani dei Paesi del Mediterraneo a lavorare in network, attraverso la riscoperta delle tradizioni legate alla coltivazione, alla produzione del grano antico e indirizzandoli verso un cammino di pace e di produttività, supportandoli a sviluppare al meglio le loro capacità individuali, a sviluppare l’innovazione, il talento e la creatività, attraverso l’interazione, a qualsiasi livello, con soggetti pubblici e privati. L’importanza del progetto, evidenziato dall’esposizione di Martinelli, permetterebbe l’emergere di nuove proposte occupazionali in tutto il sud del Mediterraneo, incrementando idee e visioni economiche con la nostra Penisola e ponendo al centro dell’attenzione il meridione italiano e l’importanza dei grani antichi di tutto il nostro bacino per la “Dieta Mediterranea”.
Nel corso delle prossime settimane sarà anche pubblicato un opuscolo sui benefici dell’utilizzo dei grani antichi.