L’inutilità della sortita ucraina in Russia: Putin non tratta e si prepara a rispondere

di Enrico Oliari –

Secondo il Svr, ramo dell’intelligence russa che opera all’estero, l’amministrazione statunitense vorrebbe costringere il presidente ucraino alle dimissioni attraverso una forte campagna volta a screditarlo. Ne ha dato notizia la Ria Novosti, la quale ha anche riportato che secondo gli 007 a Washington si starebbe pensando di sostituirlo con l’ex ministro degli Interni Arsen Avakov, che per i suoi contatti con le formazioni nazionalistiche ucraine e con i leader europei potrebbe consentire agli Europei di preparare al meglio i colloqui distensivi con la Russia.
Il mandato di Zelensky, che per prima cosa ha chiuso i partiti di opposizione, è ampiamente terminato, e lui continua a governare nonostante la Costituzione del paese lo vieti.
Tuttavia il fatto che Zelensky chieda soldi urbi et orbi e poi faccia quello che gli pare è un fatto che va sempre più stretto all’amministrazione Usa, a cominciare dalla sortita nella regione russa di Kursk, dove gli ucraini controllano mille km quadri in un’iniziativa dall’alto costo di energie (inteso come uomini e mezzi), ma senza nessun significato dal punto di vista strategico e per di più indebolendo le difese, dove i russi continuano ad avanzare.
La sortita nella regione di Kursk è al momento stata fermata e probabilmente fallita, dal momento che gli ucraini non sono riusciti ad arrivare alla centrale nucleare di Kurchatov, il cui controllo avrebbe messo in difficoltà la logistica russa in Ucraina e creato problemi di gestione nella parte sud occidentale della Russia.
Sono invece 180mila i civili fino ad ora portati via dal teatro di guerra della regione di Kursk, e una volta terminate le evacuazioni anche grazie ai molti volontari, con tutta probabilità i russi ricorreranno alla mano pesante.
Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, ha chiesto al Cremlino di lasciare l’Ucraina se non vuole gli ucraini nel Kursk, ma il presidente russo Vladimir Putin ha già fatto sapere che prima verranno sconfitti gli ucraini nella regione russa, poi vi sarà una risposta “adeguata” all’Ucraina. Secondo il capo del Cremlino “gli ucraini stanno colpendo indiscriminatamente i civili nella regione di Kursk”, dove il fronte ucraino è largo 40 km e ha una profondità di 12 km nel territorio russo (la centrale nucleare di Kurchatov dista circa 70 km dal confine), e ha accusato che gli Usa e i loro alleati “fanno la guerra alla Russia per mano ucraina”.
Zelensky ha finalmente assunto la paternità dell’offensiva in Russia, sostenendo di averla pensata per acquisire una posizione di vantaggio nelle eventuali trattative con Putin, ma il Cremlino ha ricordato ancora una volta che è stato lo stesso Zelensky a stabilire per decreto che ne’ lui in quanto presidente, ne’ nessuna istituzione ucraina, possono trattare con Putin.