L’Italia espelle 30 diplomatici russi

Attesa la misura simmetrica. Il rischio è che si chiudano i canali del dialogo.

di Enrico Oliari

Nel quadro delle sanzioni europee alla Russia per l’aggressione all’Ucraina e alla luce dei fatti di Bucha, l’Italia ha provveduto ad espellere 30 diplomatici russi. Lo ha reso noto la Farnesina attraverso un comunicato in cui si legge che “il segretario generale del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ambasciatore Ettore Francesco Sequi, ha convocato questa mattina alla Farnesina, su istruzione del ministro Luigi Di Maio, l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, per notificargli la decisione del governo italiano di espellere 30 diplomatici russi. Tale misura, assunta in raccordo con altri partner europei e atlantici, si è resa necessaria per ragioni legate alla sicurezza nazionale, nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa”.
Pronta la reazione simmetrica del ministero degli Esteri russo: la portavoce Maria Zakharova ha infatti dichiarato sulla Ria Novosti che “verrà data una risposta appropriata all’iniziativa italiana, per cui verranno espulsi diplomatici italiani dalla Russia”.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha puntualizzato che “non ci faremo spaventare da nessuno”, un riferimento alle gravi minacce ricevute sui social, e ha spiegato che l’espulsione di 30 diplomatici in quanto “personae non gratae” risponde a una “misura assunta in accordo con altri partner europei e atlantici, resasi necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale, nel contesto della situazione attuale di crisi”.
Di Maio ha tuttavia ribadito “la disponibilità dell’Italia a fare da garante della sicurezza e della pace in Ucraina, e faremo tutto quello che serve per portare avanti questo impegno”.
La Germania ha annunciato l’espulsione di 40 diplomatici russi, 35 la Francia, ma ormai quasi tutti paesi europei si stanno adeguando all’iniziativa: il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko ha parlato di psicosi diffusa, ma va detto che in molti casi si tratta di individui ritenuti da tempo essere spie del Cremlino. Più dure le opposizioni in Gran Bretagna, le quali chiedono addirittura l’espulsione dell’ambasciatore Andrei Kelin. Il ministro degli Esteri danese, Jeppe Kofod, ha detto in conferenza stampa che i 15 diplomatici russi espulsi erano “agenti dell’intelligence che stavano operando sul nostro territorio”.
Il rischio è ora che si entri in un’escalation diplomatica, che in un momento di guerra e con la tensione alle stelle è quantomeno inopportuna. Si potrebbero infatti chiudere i già esili canali del dialogo, arrivando a una situazione di muro contro muro dagli esiti imprevedibili.