di Giuseppe Gagliano –
L’uccisione di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, da parte di Israele rappresenta un evento di notevole rilevanza politica e strategica non solo per la regione del Medio Oriente, ma anche a livello internazionale. Hezbollah, sostenuto dall’Iran, ha svolto per decenni un ruolo centrale nel mantenere l’influenza iraniana in Libano e nella lotta contro Israele. La sua morte quindi non solo destabilizza l’organizzazione, ma ha anche profonde implicazioni per l’Iran, che perde uno dei suoi principali alleati nella regione.
La scomparsa di Nasrallah potrebbe portare a un vuoto di potere all’interno di Hezbollah, con Hashem Safieddine visto come il probabile successore. Tuttavia la successione non sarà priva di sfide, e l’incertezza potrebbe favorire ulteriori conflitti interni e indebolire l’efficacia militare e politica del gruppo.
Dal punto di vista strategico Israele ha lanciato un chiaro segnale non solo a Hezbollah, ma a tutti i suoi avversari regionali dimostrando la sua capacità di colpire obiettivi chiave anche in aree fortificate come Beirut. Questo potrebbe aumentare la pressione su altre formazioni alleate dell’Iran, come Hamas e la Jihad Islamica, che potrebbero reagire intensificando le loro attività contro Israele.
D’altra parte l’escalation rischia di coinvolgere direttamente l’Iran in un conflitto più ampio, il che potrebbe avere gravi ripercussioni sull’intera regione, con il coinvolgimento di attori internazionali come gli Stati Uniti e la Russia. La crisi umanitaria già in corso in Libano, aggravata dalle recenti operazioni militari israeliane, si intensificherà ulteriormente causando nuove ondate di sfollati e peggiorando le condizioni di un paese già martoriato dalla crisi economica.
Hassan Nasrallah, 64 anni, proveniva da una famiglia semplice; frequentò gli studi islamici in Libano e in Iran, a Qom, ma dovette tornare dopo un anno in Libano a causa di nuovi sviluppi politici e militari, in quanto era ufficiale capo esecutivo di Hezbollah.
Nel 1992 fu eletto all’unanimità dai membri del Consiglio Consultivo a segretario senerale di Hezbollah, succedendo a Sayyed Abbas al-Musavi, ucciso insieme alla moglie e alla figlia da un missile Hellfire israeliano nel febbraio del 1992. Da subito iniziò una maggiore partecipazione politica negli affari interni del Libano, partecipando alle elezioni parlamentari del 1992, le prime dopo la guerra civile libanese. Il partito riportò un buon successo, facendo eleggere dodici suoi militanti tra i 128 del parlamento libanese e formando il blocco parlamentare chiamato “Fedeltà alla Resistenza”.
Sotto la guida di Nasrallah, Hezbollah ottenne una legittimazione nazionale quando, dopo il massacro di Qana (1996), giunse a un accordo con Israele per cui, da entrambe le parti, si decise di non attaccare i civili. Gli attacchi di Hezbollah contro le forze israeliane furono una delle cause della decisione di Israele di lasciare il Libano: Hezbollah godette di un notevole credito in Libano per aver contribuito a liberare il sud del paese dalle forze armate israeliane.
Nel corso della gestione di Nasrallah, Hezbollah ha partecipato dal 2011 attivamente alla guerra civile siriana al fianco del fronte lealista.