L’Ue vuole i vaccini, ma AztraZeneca risponde ‘facciamo del nostro meglio’

Ghebreyesus (Oms) continua a denunciare il mancato rispetto degli impegni nella Covax.

di Guido Keller

Continua la guerra dei singoli paesi e l’Unione Europea con le casi produttrici di vaccini per il Covid-19 in ritardo con le consegne. Rientrata in parte la polemica con la statunitense Pfizer, che ha annunciato un maggiore impegno per rispondere alle esigenze di contratto, Bruxelles ha voluto chiedere spiegazioni alla britannico-svedese AstraZeneca, dopo che si è appreso che verranno fornite sostanzialmente il 75% in meno delle 400 milioni di dosi di vaccino preventivate nella prima tranche. L’amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, ha fatto sapere che “negli accordi non vi sono obblighi sulla consegna delle dosi”, bensì che l’azienda biofarmaceutica è chiamata solo a fare del suo meglio, il “miglior sforzo possibile”. Una risposta che non è andata giù alla commissaria alla Salute dell’Ue Stella Kyriakides, per la quale ciò “non è accettabile ne’ corretto, dal momento che abbiamo firmato un contratto di pre-acquisto volto alla produzione di determinati volumi di dosi prima dell’autorizzazione dell’Ema”.
I contratti non sono pubblici per cui è difficile avere un quadro preciso si come stanno le cose, ma fonti da Bruxelles hanno rivelato che fino ad oggi l’Unione Europea ha speso 336 milioni di euro per il farmaco di AstraZeneca, e Kyriakides ha affermato che “non riuscire a garantire la capacità produttiva”, come è stato detto da Soriot, “è contro lo spirito del contratto”. Per la commissaria anche la clausola del “miglior sforzo possibile” non è accettabile, specialmente alla luce degli investimenti europei per garantire ai paesi membri la distribuzione delle dosi di vaccino.
Qualcuno a Bruxelles sospetta che le dosi destinate all’Unione Europea siano rimaste nel Regno Unito, ma è certo che ovunque sia in corso una sorta di corsa ad accaparrarsi i vaccini. Ad esempio settimana scorsa il governo indiano ha imposto al Serum Institute of India, la casa farmaceutica che produce il vaccino AstraZeneca in India, il divieto di esportazione del farmaco per alcuni mesi al fine di dare priorità alla popolazione locale, per un quantitativo di almeno 100 milioni di dosi.
E sembra aver inciso poco l’appello del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ad una distribuzione più equa e solidale nei paesi in via di sviluppo, come da impegni assunti alla Covax: “alcuni Paesi e aziende continuano a dare la priorità agli accordi bilaterali, aggirando gli impegni assunti tramite la Covax”. “La cosa – ha spiegato il direttore dell’Oms – sta comportando l’innalzamento dei prezzi del farmaco”, in un momento in cui “il mondo è sull’orlo della catastrofe morale: il prezzo di questo fallimento sarà pagato con vite umane nei Paesi più poveri del mondo”.