L’università di Lanzhou ospita il secondo Forum sulla Via della Seta

Asrie *

LANZHOU (Cina) – La città di Lanzhou, capoluogo della provincia nordoccidentale di Gansu, ha ospitato la seconda edizione del “Forum for Belt and Road Research of Lanzhou Univeristy” il cui obiettivo è stato quello di accogliere gli interventi di studiosi ed esperti cinesi e stranieri e stimolare la discussione sulle opportunità e sfide future della Nuova via della Seta.
Nel 2013 il governo cinese ha lanciato la Belt and Road Initiative (BRI), conosciuta anche come Nuova Via della Seta, strategia che mira a creare una interconnessione commerciale euroasiatica attraverso una rotta terrestre ed una marittima. Il Centro di Ricerca per la Belt and Road Initiativedell’Università di Lanzhou ha deciso di organizzare questo evento come occasione per analizzare l’attuale status dei lavori di realizzazione della BRI focalizzando ulteriormente l’attenzione sulle dinamiche geopolitiche asiatiche che vedono interessati oltre alla Cina attori internazionali come la Federazione Russa e gli Stati Uniti e regionali come Iran, Turchia e Pakistan.
In special modo l’Asia Centrale è stata motivo di dibattito e di studio per la sua valenza geopolitica essendo stata questa regione in passato il fulcro del Great Game tra l’Impero zarista e quello britannico e successivamente il teatro dello scontro tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti durante il periodo della Guerra Fredda culminato con il conflitto russo-afghano del 1979-1989. Oggigiorno l’Asia Centrale è caratterizzata dallo scontro politico ed economico di Cina, Russia e Stati Uniti entrambi impegnati ad esercitare la loro influenza a livello regionale: mentre il Cremlino sfrutta maggiormente il recente passato storico con l’obiettivo di mantenere o aprire nuovi basi militari in Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan, Washington è maggiormente più attivo nel campo delle organizzazioni umanitarie e nella promozione dei valori ed ideali e liberali e del famoso “American Dream” che vanno a contrastare invece le politiche economico-finanziarie di Pechino. A questi tre attori si devono aggiungere però la presenza di organizzazioni terroristiche e criminali che rappresentano veri attori geopolitici in grado di sfruttare i conflitti interetnici e le tensioni politiche locali e minare la stabilità regionale fondamentale per il successo della Nuova Via della Seta.
Oltre al terrorismo, a minacciare il successo della BRI interviene l’attuale situazione dell’Afghanistan dove dal 2001 le forze della coalizione internazionale della NATO sono impegnate nel contrastare le forze talebane che ancora oggi riescono a controllare almeno il 40 per cento del territorio nazionale e a minare la stabilità regionale e progetti di infrastrutture regionali come il gasdotto TAPI (Turkmenistan – Afghanistan – Pakistan – India).
La seconda edizione del forum ha visto tutti i partecipanti concordare con sul fatto che la Nuova Via della Seta rappresenti una opportunità per l’intera regione euroasiatica da cui possono trarre benefici i paesi direttamente interessati dalla rotta terrestre e marittima e dagli attori politici ed economici partner. Per il reale successo di questa strategia, però, è necessario che la regione euroasiatica sia stabile ed esente da fenomeni politici e sociali che favoriscano l’affermazione del terrorismo o lo scoppio di conflitti interetnici o inter-regionali.

* Articolo in media partnership con Association of Studies, Research and Internationalization in Eurasia and Africa (ASRIE).