Macron e Putin si incontrano: ‘dialogo diretto e chiaro’, ma le posizioni sono distanti

di C. Alessandro Mauceri –

Seconda prova difficile per il nuovo presidente francese Emmanuel Macron, dopo il G7 di Taormina. Il presidente francese ha incontrato il collega russo Vladimir Putin a Versailles, in quello che al termine dei lavori lo stesso Macron ha definito uno “scambio franco e diretto”, ma durante il quale è emerso un profondo disaccordo su quasi tutti i temi trattati.
Quanti speravano che quello tra i due presidenti potesse essere un incontro amichevole sono rimasti delusi. Nessuno dei due ospiti infatti è andato oltre una gentilezza formale e fredda.
Neppure quando hanno reso omaggio a Pietro il Grande e ai “300 anni di relazioni franco-russe” visitando insieme la mostra “1717: uno zar a Parigi”. “Il più grande ospite straniero che Parigi abbia mai avuto”, ha affermato lo storico Alfred Nicolas Rambaud. Allora il viaggio dello zar in Francia fu produttivo: aprì alla Russia le porte dell’Europa. Identico lo scopo dell’incontro di ieri: “l’idea è sottolineare la lunga durata e la profondità dei legami” tra russi e francesi aveva preannunciato l’Eliseo. E a Taormina Macron aveva ribadito l’importanza di sentire l’opinione della Russia prima di prendere decisioni sulla Siria.
L’incontro era particolarmente delicato anche perché si trattava del primo vero banco di prova per Macron, ma soprattutto perché dopo il fallimento degli incontri del G7 in molti si aspettavano qualcosa di più. Invece al di là di una gentilezza forse eccessivamente formale – entrambi i leader hanno riconosciuto di essere su posizioni totalmente differenti. E su tutti i temi. A cominciare proprio dalla Siria. Solo una valutazione millimetrica dei termini e la diplomazia hanno permesso di evitare uno scontro molto più duro e hanno fatto tornare alla memoria l’abilità degli aruspici greci: “Risposta immediata se uso di armi chimiche” in Siria, ha detto Macron, senza specificare se si riferiva all’uso da parte delle forze governative o dei ribelli.
Il tema dei diritti umani si è poi spostato sulla Cecenia, altro argomento caldo da molti anni e ancora irrisolto. La Francia sarà “costantemente vigilante” sul rispetto dei diritti umani in Russia e in Cecenia, ha detto Macron, che ha promesso che la Francia monitorerà con attenzione eventuali gravi violazioni dei diritti dei gay nel paese. La reazione di Putin alla frecciata sulla Cecenia è stata più diplomatica del solito: “Gli interessi comuni superano i punti di frizione”.
Punti frizione che sono stati oggetto di dure divergenze quando si è parlato delle recenti elezioni francesi. Macron ha affermato che “da parte di Russia Today e Sputnik, che non sono dei media ma degli strumenti di interferenza, c’è stata un’ingerenza grave durante il processo elettorale di un paese democratico”. Un chiaro riferimento al sostegno alla Le Pen, la candidata del partito di estrema destra francese Front National, e agli attacchi a Macron da parte della stampa russa. Del resto, è impossibile, seguiamo i sondaggi, e abbiamo sempre conosciuto l’opinione della maggioranza dei francesi”.
“Non abbiamo mai tentato di influenzare il risultato delle elezioni francesi”, ha detto Putin in risposta all’attacco di Macron.
Sin da subito il linguaggio usato da Macron è stato ben più duro di quanto ci si sarebbe aspettati. All’inizio si pensava che i colloqui sarebbero stati molto più diplomatici “L’importante è il dialogo – aveva detto Macron all’inizio dei colloqui – da tre secoli, Francia e Russia non hanno mai interrotto la loro reciproca amicizia segnata da pensatori, artisti e tutti i presidenti che si sono succeduti”. Salvo poi, col passare dei minuti, cambiare atteggiamento e adottare una dialettica ben più dura.
Uno scontro che non poteva non toccare anche aspetti economici: uno degli scopi della missione di Putin era certamente quello di perorare la revoca delle sanzioni alla Russia. Ma anche in questo caso non si è andati oltre aver convenuto sulla necessità di un nuovo vertice “al più presto” con Berlino e Kiev sull’applicazione degli accordi di Minsk del 2015. La delusione di Putin è emersa in sede di conferenza stampa. Rispondendo ad un giornalista Putin ha detto “Lei ha chiesto come le sanzioni alla Russia possano aiutare a risolvere la crisi nell’est dell’Ucraina, la risposta è `in nessun modo´. Bisogna lottare per la soppressione di tutte le restrizioni nell’economia mondiale”.
Eppure in molti si aspettavano di più da questo incontro. Come ha detto Aleksandr Orlov, ambasciatore russo in Francia, Macron “non è ideologico a confronto con il suo predecessore. Con lui abbiamo più possibilità di prima di fare passi avanti”. Chiaro il riferimento a quello che era stato un vero e proprio incidente diplomatico: lo scorso autunno il presidente russo aveva annullato la propria visita a Parigi dopo che il presidente francese ne aveva apertamente messo in dubbio i possibili esiti positivi. Ma allora a ricoprire il ruolo di presidente era Francois Hollande ed erano giorni di fuoco per i rapporti internazionali tra i due paesi, era stata appena bombardata Aleppo.
Ora con un nuovo presidente Putin sperava che, dopo l’elezione di Macron, i rapporti con la Francia potessero cambiare, nonostante la Russia abbia più volte espresso la propria preferenza per la Le Pen. Una delusione che ha fatto di Putin forse lo sconfitto di questi incontri e che ha fatto apparire Macron migliore di quanto non sia stato in realtà.
Ma la delusione più grande è per chi dopo il G7 ci si aspettava (anche grazie all’assenza di Trump) un risultato positivo. E invece si è dovuti assistere all’ennesimo fallimento della diplomazia internazionale.