Madagascar. Il governo scarica l’occidente e guarda a Mosca

di Francesco Giappichini

Il Madagascar guarda alla Russia, sia sotto il profilo economico, sia sotto quello politico. E in nome della rivendicazione sulle Isole Sparse dell’oceano Indiano, sotto la sovranità francese, si è respinta ogni pressione dell’occidente, affinché Antananarivo si allinei alla posizione antirussa. Una decisione che può apparire contraddittoria, in un Paese che è tra i più poveri della Terra e che è funestato da un’ondata di carestia e malnutrizione. Le recenti manovre del governo riformista malgascio sulla posizione internazionale dell’Isola, specie a fronte del conflitto in Ucraina, rappresentano un unicum nell’universo delle relazioni geopolitiche. Tutte mosse che offrono spunti su tante importanti questioni: le pretese neocoloniali dell’occidente, la penetrazione in Africa delle superpotenze autocratiche, o le fragilità delle democrazie nel continente. Senza considerare che questi processi potrebbero estendersi all’intera geografia dei Paesi in via di sviluppo.
Cominciamo dalla fine. Il 14 novembre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una nuova Risoluzione sull’invasione da parte della Russia, che nello specifico chiede a Mosca il pagamento dei risarcimenti di guerra. Ebbene, l’Esecutivo di Antananarivo si è astenuto, mentre la stampa locale ha titolato a nove colonne che il Madagascar “revient à l’abstention”, “torna all’astensione”. Sì, perché il 12 ottobre, quando si è trattato di votare la quinta Risoluzione dell’Assemblea sul conflitto, le cose erano andate diversamente. Nell’occasione il Madagascar aveva votato per la condanna dell’annessione russa delle regioni ucraine, ossia contro i “referendum farsa”. Un voto che tuttavia ha da subito provocato un terremoto nel governo di Antananarivo. E’ infatti parso subito evidente che questa posizione filoccidentale, in contrasto con la neutralità vantata dai vertici della nazione sino a quel momento, non fosse altro che un'”alzata d’ingegno” del ministro degli Affari esteri, Richard Randriamandrato. Il capo della diplomazia ha cioè preso la decisione in autonomia: sia rispetto al premier Christian Ntsay, sia al presidente Andry Rajoelina eletto, almeno sulla carta, su una piattaforma progressista. Così pochi giorni dopo il voto Randriamandrato, che in passato aveva occupato anche il ministero dell’Economia e delle Finanze, è stato sollevato dall’incarico. E a sostituirlo (ad interim) nel giro di pochi giorni è stato chiamato il ministro della Difesa nazionale, Richard Rakotonirina. Quest’ultimo, un generale, al momento della nomina ha dichiarato alla stampa che la “Russia rimarrà un Paese partner del Madagascar”; ha poi aggiunto che “quest’anno si celebrerà il cinquantesimo anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche tra Madagascar e Russia”, lasciando intendere la volontà comune di rafforzare il rapporto.
Una ricorrenza che i due Paesi stanno onorando con entusiasmo. In settembre l’ambasciatore russo Vladimirovich Andreev si è pubblicamente congratulato per l’astensione malgascia sulla prima Risoluzione antirussa del marzo 2021, rimarcando il sostegno al Madagascar circa la controversia sulle Îles Éparses. Il diplomatico ha poi incontrato il presidente del Senato Herimanana Razafimahefa, e si è discusso del rafforzamento della cooperazione bilaterale in più settori: dal comparto agricolo a quello energetico, dalla pesca, alla sanità, sino alla cancellazione del debito, e all’istituzione di un gruppo interparlamentare di amicizia.