Malawi. La Corte suprema ha vietato la pena di morte dichiarandola incostituzionale

di Alberto Galvi

La Corte suprema del Malawi ha vietato la pena di morte dichiarandola incostituzionale in quantoé nega il diritto alla vita, ordinando l’annullamento della condanna alla pena capitale di almeno 37 persome. Il Malawi è così diventato così il ventiduesimo paese dell’Africa sub-sahariana ad abolire la pena capitale.
Alcuni malawiani hanno espresso soddisfazione per la sentenza, mentre chi si opponeva temeva che il peggior deterrente alla criminalità venisse rimosso. I fautori dell’abolizione hanno tuttavia respinto dale posizione, sottolineando che la pena di morte viene solitamente inflitta ai poveri che non possono permettersi un’assistenza legale competente.
In Malawi la pena capitale è stata a lungo obbligatoria per i condannati per omicidio o tradimento, e facoltativa per lo stupro. Anche rapine violente, effrazioni in casa e furti con scasso avrebbero potuto essere punite con la morte o l’ergastolo. Tuttavia le esecuzioni non sono state eseguite da quando il primo presidente democraticamente eletto del Malawi, Bakili Muluzi, si è opposto alle esecuzioni fin da quando è entrato in carica nel 1994.
I leader tradizionali del Malawi hanno sostenuto l’ergastolo piuttosto che la morte. La spiegazione più comune era radicata nella convinzione che le persone possono cambiare e che la prigione deve essere un luogo oltre che di pena anche di riabilitazione.
Nella sentenza la Corte ha affermato che la costituzione del Malawi rispetta il diritto alla vita e ha affermato che la pena di morte nega tale diritto. Il tribunale ha sottolineato la santità della vita, dicendo che senza diritto alla vita, altri diritti non sarebbero esistiti.
Il tribunale ha inoltre ordinato una nuova condanna di tutti i casi in cui è stata inflitta la pena di morte, e i verbali indicano che 27 persone sono condannate a morte.
Il Malawi ha eseguito l’ultima esecuzione nel 1992, quando 12 persone sono state impiccate. L’anno scorso la magistratura ha annullato l’esito antidemocratico delle precedenti elezioni presidenziali, ed ora, con l’abolizione della pena di morte, si è affermata come leader nella difesa dello Stato di diritto e dei diritti umani.
Più di 30 paesi del continente africano hanno ancora la pena di morte nelle loro costituzioni, ma negli ultimi anni poco meno della metà ha eseguito condanne a morte.