Malawi. Piccoli per sempre? No, grazie

di Gabriele di Leo –

C’è un paese che negli ultimi anni è balzato agli onori della cronaca: i casi di adozioni di bambini da parte di personaggi più o meno noti, hanno fatto sì che si puntassero finalmente i fari sul Malawi. Il paese, come tutti, sta affrontando una crisi sanitaria con pochi precedenti nella storia, pur disponendo di infrastrutture e strumenti insufficienti e dovendo fare i conti con avversità alquanto spiacevoli. Nei giorni recenti, ad esempio, in Malawi sono state distrutte circa 20.000 dosi di vaccino AstraZeneca, perché scadute. I vaccini, facenti capo ad un lotto prodotto dal Serum Institute of India e avente scadenza in data 13 Aprile, inoltre, erano stati sottoposti ad un errato processo di crioconservazione, come ammesso dallo stesso portavoce del Ministero della Salute, Joshua Malango.
Quest’evento rappresenta una pesante spada di Damocle sulle speranze e sulle motivazioni di un paese, nel contrasto alla pandemia da Covid-19, che negli ultimi mesi si è reso protagonista di importanti svolte in grado di consolidare una democrazia relativamente giovane: la dichiarazione di incostituzionalità della pena di morte da parte della Corte Suprema e i seri interventi di contrasto alla corruzione nelle amministrazioni pubbliche, problema atavico del paese, operati dal presidente Chakwera, ne sono una prova.
Ad oggi, potremmo dire che gli appelli da parte di alcuni capi di stato per un sostegno deciso verso i paesi del “terzo mondo”, nel contrasto alla pandemia, siano caduti nel vuoto. Paesi come il Malawi non hanno le forze e le possibilità per contrastare la crisi sanitaria ed economica in atto senza il sostegno della comunità internazionale. Pur disponendo di un enorme potenziale, dettato principalmente da una popolazione molto giovane e della recente stabilità politica e democratica raggiunta, il Malawi porta con sé numerosi problemi infrastrutturali. Un debito enorme verso i paesi terzi, un’economia debole e assai volatile poiché largamente strutturata sul settore primario e sulle esportazioni e un welfare praticamente inesistente rendono il Malawi assai vulnerabile davanti alle sfide che la pandemia in atto pone a tutti gli stati coinvolti. Inoltre, ricordando un altro problema di incredibile rilevanza, secondo i dati di “Avert.org” riferiti all’anno 2019, l’8,9% della popolazione compresa tra i 15 e i 49 anni convive con l’HIV.
Nonostante ciò, il Malawi aspira a diventare “grande”. I suoi giovani hanno fame di democrazia, di crescita, di un futuro da costruire nella loro terra amata e ambita. Si stanno gradualmente ricostruendo le condizioni per le cooperazioni tra paesi e per un sostegno vero da parte della comunità internazionale , ad oggi limitato solo ed esclusivamente alle iniziative private di associazioni e ONG.
Investire sull’istruzione, sulla sanità, sulla ricerca, sull’imprenditoria giovanile e sulle infrastrutture può essere la “chiave di volta”: non si può più perdere tempo.