Malesia. Fine di un’epoca: le opposizioni vanno al potere con il 92enne Mahathir Mohamad

di Elisabetta Corsi

Il voto in Malesia porta a un risultato storico, la coalizione all’opposizione guidata da Mahathir Mohamad ha vinto 113 seggi in parlamento. Il Barisan National perde così le elezioni dopo 60 anni al potere e ottiene solo 79 seggi.
In ogni caso non se la passa bene neanche il partito vincitore che si trova ad affrontare diverse polemiche, in particolare per il fatto che Mahathir all’età di 92 anni si era ritirato dalla vita politica ma è tornato per sconfiggere Naijb Razak, il primo ministro uscente, che si trova immischiato in un grande scandalo di corruzione. La vittoria è data dai numerosi simpatizzanti che si sono spesi sui social media e per le strade della capitale, Kuala Lumpur, agitando le bandiere dell’opposizione.
Per i malesi è un grande giorno che aspettano fin dal 1957, quando si sono resi indipendenti dal Regno Unito: da allora non hanno mai visto un cambio di governo e finalmente possono sperare in un cambiamento. Queste elezioni hanno anche un altro record dal momento che il nuovo primo ministro sarà il più anziano al mondo con i suoi 92 anni; è stato già premier dal 1981 al 2003. In realtà la sua speranza è di sostituire solo per breve tempo il suo delfino e suo vice, Anwar Ibrahim, attualmente in carcere con l’accusa di sodomia, reato che prevede fino a 20 anni di reclusione o il carcere a vita.
Lo scandalo in cui è travolto Razak si chiama 1MDB, il fondo d’investimento statale da cui sarebbero stati sottratti 681 milioni di cui si sarebbe appropriato appunto l’ex premier. Per cercare di danneggiare l’opposizione aveva creato una legge sulle fake news ma non ha ottenuto il risultato sperato. Il nuovo primo ministro nel suo programma ha inserito tra le varie cose l’abolizione di una tassa sui beni e servizi e la revisione degli investimenti esteri, inoltre la creazione di nuove infrastrutture tra cui parte del progetto cinese per la nascita della nuova via della seta.
L’investitura ufficiale è nelle mani del re, Yang-di Pertuan Agong, e quindi l’ultima parola rimane la sua. Mahatir nei suoi precedenti anni di governo non è stato proprio un santo, aveva governato con il pugno di ferro e in modo autoritario trasformando il paese in una delle tigri asiatiche e aveva criticato gli occidentali per aver corrotto i costumi locali.