Malesia. La costituzione impedisce alle donne di trasmettere la nazionalità ai figli

di Alberto Galvi

In Malesia le donne sposate con stranieri non possono trasmettere la cittadinanza ai figli nati all’estero perché la Costituzione concede il diritto solo agli uomini malesi. La Malesia è uno dei soli 28 paesi che ancora non prevedono tale diritto, e per decenni le madri malesi hanno dovuto fare affidamento sull’articolo 15, paragrafo 2, della Costituzione che consente a chiunque abbia meno di 21 anni di richiedere la cittadinanza, purché un genitore sia malese, per cercare di ottenere la cittadinanza per i propri figli nati all’estero. Con la presentazione della domanda l’ottenimento della cittadinanza non è né automatica né garantita, ma è concessa a discrezione del ministero dell’Interno, le cui approvazioni sono rare.
L’elaborazione delle domande può richiedere anni e spesso alle madri non vengono forniti i motivi del rifiuto o le istruzioni su come presentare nuovamente richiesta. La legge sulla disparità ha reso difficile per le madri conciliare i bisogni dei loro figli nati all’estero, dei loro partner, e dei loro figli nati in Malesia.
Nel frattempo la legge sulla disparità sta mettendo a repentaglio le prospettive a lungo termine di molte donne e dei loro figli.
Con una decisione dello scorso 5 agosto la Corte d’appello si è pronunciata a favore dell’offerta del governo di ribaltare una storica sentenza dell’Alta corte secondo cui i bambini nati all’estero da madri malesi con coniugi stranieri avevano diritto alla cittadinanza malese.
La sentenza ha ottenuto il consenso da un collegio di tre giudici presieduto dal giudice Kamaludin. Il giudice Md Said, e il giudice Azizah Nawawi erano favorevoli, mentre giudice Nantha Balan non era d’accordo.