Mali. Accordo di Algeri del 2015: una coalizione di gruppi armati nel nord si è ritirata dai colloqui di pace

di Alberto Galvi

Una coalizione di gruppi armati nel nord del Mali si è ritirata dai lunghi colloqui di pace basati sull’accordo di Algeri del 2015 a causa di quella che ritengono una mancanza di volontà politica da parte del governo militare del paese.
L’accordo per porre fine ai combattimenti inter-maliani nel nord del paese è stato sottoscritto dai Tuareg, dal governo centrale, e dal CPA (Coalition du peuple pour l’Azawad). L’accordo di pace ha concesso loro maggiore autonomia e ha posto le basi per la pace attraverso colloqui che da allora non hanno fatto passi avanti.
La coalizione, denominata CSP-PSD (Permanent Strategic Framework for Peace, Security and Development), tornerà al tavolo solo se i colloqui si terranno in un paese neutrale sotto la mediazione internazionale. Da parte delle autorità maliane non ci sono stati al momento commenti.
L’annuncio ha messo a repentaglio l’accordo firmato ad Algeri più di sette anni fa tra l’allora governo civile del paese dell’Africa occidentale e gruppi armati: ii ribelli cercarono di staccarsi dalla capitale Bamako nel 2012, quando l’etnia Tuareg del nord lanciò una campagna ribelle con ambizioni separatiste, sfruttando l’instabilità causata da un colpo di Stato militare del 2012. Con altri gruppi combattenti, anche jihadisti, in quell’anno venne proclamata l’effimera Repubblica Islamica dell’Azawad.
Tra i gruppi c’era il CMA (Coordination des Mouvements de l’Azawad), una coalizione di gruppi di etnia araba e tuareg che ha firmato l’accordo del 2015 con l’allora governo civile del Mali. I ribelli sono stati sconfitti, ma da allora il Mali è caduto in un ciclo di violenza in cui gli affiliati locali di al-Qaeda e dello Stato Islamico hanno preso il controllo di vaste aree, uccidendo migliaia di civili.
L’accordo mirava a decentralizzare il Mali, integrare gli ex ribelli nelle forze armate e rafforzare l’economia del nord. I progressi sono stati lenti: il decentramento non è avvenuto e la violenza costante ha ostacolato i tentativi di disarmo e ha devastato l’economia locale. Il Mali ha subito due colpi di Stato militari dall’agosto 2020.