Mali. Attaccati nuovamente i caschi blu dell’Onu

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Si intensificano in Mali gli attacchi delle formazioni jihadiste ai peacemaker delle Nazioni Unite, dopo che in mattinata sono stati sparati missili e colpi di mortaio sul grande campo di Timbuctù che ospita i militari del contingente francese e quelli della missione Minusma, formata nell’aprile 2013.
A precedere l’attacco, giudicato “di una violenza senza precedenti”, vi è stata l’esplosione davanti all’entrata del campo di un’autobomba condotta da un kamikaze.
Il bilancio è di un militare della Minusma ucciso, mentre i feriti sono una decina per il contingente di pace e di un’altra decina per quello francese.
L’azione dei jihadisti, la cui appartenenza non è stata ancora accertata, segue quella di pochi giorni fa al campo Minusma di Aguelhok, quando “I peacekeeper sono fini sotto il fuoco mortale” che ha provocato due morti ed una decina di feriti; pochi giorni prima nella zona di Akabar, nei pressi della frontiera con il Niger, scontri a fuoco tra le forze maliane supportate da quelle francesi hanno permesso l’eliminazione di una trentina di jihadisti.
In Mali la situazione politica è stata in qualche modo ricomposta nel 2013 grazie all’intervento della Francia dopo che il Mnla (Movimento del la liberazione dell’Azawad), al-Qaeda Aqmi, Ansar Dine e il Mujao (Movimento per l’unicità e il jihad nell’Africa occidentale) hanno tentato la secessione del nord del paese proclamanto l’effimera Repubblica Islamica dell’Azawad, territorio di fatto ancora in mano a loro.
Gli attacchi ai peacekeeper sono tutt’altro che rari ed il 2 marzo quattro di loro sono rimasti uccisi dall’esplosione di una mina mentre viaggiavano sulla strada per Boni, nella regione centro-orientale di Mopti.
La missione Minusma (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali) vede attualmente impegnati 11.791 militari, 1.737 poliziotti e 1.180 civili.