Mali. Attacco jihadista alla base del G5 Sahel, 6 morti

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Ancora attacchi jihadisti contro i militari delle missioni internazionali in Mali: un kamikaze si è fatto esplodere presso il quartier generale della “G5 Sahel” a Sévaré, nel centro del paese. Da quanto si è appreso sei persone sono rimaste uccise, ma viene riportato anche di feriti gravi senza tuttavia specificarne il numero. L’attacco è stato poi rivendicato da una fazione jihadista legata ad al-Qaeda, il Gruppo di sostegno all’Islam e ai Musulmani
La “G5 Sahel” è una forza multinazionale lanciata nel 2017 e che vede impegnati Mali, Burkina Faso, Niger, Mauritania e Ciad: fra due giorni in Mauritania, nella capitale Nouakchott, il presidente francese Emmanuel Macron ne incontrerà i comandi, a margine del vertice dell’Unione Africana.
La forza è stata finanziata in febbraio da 50 paesi donatori con 414 milioni di euro, di cui 116 milioni arrivati dall’Unione Europea: ha lo scopo di combattere i gruppi jihadisti ed i trafficanti di uomini.
Sono tutt’altro che rari gli attacchi alle forze multinazionali in Mali, dove la situazione politica è stata in qualche modo ricomposta nel 2013 grazie all’intervento della Francia dopo che il Mnla (Movimento del la liberazione dell’Azawad), al-Qaeda Aqmi, Ansar Dine e il Mujao (Movimento per l’unicità e il jihad nell’Africa occidentale) hanno tentato la secessione del nord del paese proclamando l’effimera Repubblica Islamica dell’Azawad, territorio di fatto ancora in mano a loro.
In aprile erano stati presi di mira i caschi blu della Minusma a Timbuctù ed a Aguelhok e in marzo erano morti rimasti uccisi quattro peacekeeper dall’esplosione di una mina mentre viaggiavano sulla strada per Boni, nella regione centro-orientale di Mopti.