Mali. Golpe: Keita si dimette, i militari promettono nuove elezioni

di Guido Keller

All’inizio sembrava uno dei tanti tentativi di golpe che hanno caratterizzato il Mali negli ultimi anni, un colpo di testa di una manciata di militari della base di Kati, a nord di Bamako, che però in breve tempo e tra gli applausi dei passanti avevano preso il controllo delle principali infrastrutture governative e dell’emittente statale televisiva ORTM, arrestato il presidente dell’assemblea nazionale, il premier Boubou Cissé , il capo di stato maggiore delle Forze armate, il ministro degli Esteri, Kamissa Camara, e quello dell’Economia e finanze, Abdoulaye Daffé.
Il presidente Ibrahim Boubacar Keita, che nei giorni scorsi aveva annunciato lo “scioglimento di fatto” della Corte Costituzionale per far fronte alla crisi politica, era dato come rifugiato in un compound dell’Onu, ma poi si è presentato in televisione dove ha annunciato le sue dimissioni spiegando che “Non voglio che venga versato il sangue per restare al potere”.
I malumori e le proteste nel paese africano andavano avanti da tempo, con un’opinione pubblica esasperata per la difficile situazione economica ed ormai insofferente per l’alto tasso di corruzione a tutti i livelli. Keita è stato accusato anche di non essere stato in grado di far fronte alla minaccia jihadista, e già la parte settentrionale del paese (Azawad) è in mano a varie sigle di gruppi jihadisti che resistono ai continui attacchi dei regolari e dei caccia francesi.
Una situazione esasperante, anche per i continui attentati nella capitale e in altre città contro obiettivi civili e militari.
A guidare il golpe sarebbero stati il colonnello Malick Diaw, comandante della base di Kati, ed il generale Sadio Kamara; il portavoce del gruppo di militari golpisti, Ismael Wague, ha fatto sapere tramite la ORTM che per riportare stabilità è stato messo in piedi un “comitato di salvezza nazionale” e che presto vi saranno nuove elezioni. Wague ha spiegato che “Noi, il Comitato nazionale per la salvezza del popolo, abbiamo deciso di impegnarci davanti al popolo e alla storia”, e ha chiesto la cooperazione della “società civile e dei movimenti sociali e politici” per “creare migliori condizioni che portino a elezioni generali affidabili”. Per il portavoce vanno infatti create “istituzioni forti” per “ripristinare la fiducia tra governo e cittadini”. Ha quindi garantito che gli impegni internazionali già assunti saranno rispettati.

Ibrahim Boubacar Keita.