Mali. Il secondo turno delle elezioni legislative

di Alberto Galvi

Lo scorso 19 aprile si è svolto in Mali il secondo turno delle elezioni legislative. Durante il primo turno del 29 marzo scorso sono stati eletti 22 deputati. Queste sono le prime elezioni dal 2013 con cui si decidono le elezioni dei 147 deputati del parlamento maliano.
Secondo la Corte costituzionale del Mali, sono stati 1.447 i candidati per i 147 seggi dell’Assemblea nazionale, di cui 426 donne. Al primo turno l’affluenza è stata molto bassa con il 35,6% degli elettori che hanno votato.
Al secondo turno sono stati eletti i restanti 125 deputati. I membri del parlamento sono eletti direttamente in collegi elettorali a uno o più seggi con voto a maggioranza assoluta in 2 turni se necessario, mentre 13 seggi sono riservati ai cittadini che vivono all’estero. I parlamentari eletti avranno un mandato di cinque anni.
Le elezioni sono state caratterizzate da problemi di sicurezza e in particolare dallo sviluppo della pandemia di COVID-19 nel paese.
Nel primo turno le regole di sicurezza erano state poco rispettate. Il governo ha esortato questa volta gli elettori a rispettarle in maniera più rigorosa.
All’ingresso dei seggi le forze di sicurezza hanno scrupolosamente assicurato che le persone si lavassero le mani e che si distribuissero le mascherine di protezione. Tutti i poliziotti che lavoravano nei seggi elettorali indossavano le mascherine di protezione.
Il primo turno delle elezioni, si era tenuto il 29 marzo dopo ripetuti ritardi. Questa tornata elettorale è stata segnata da diversi episodi intimidatori e di attacchi jihadisti, incluso il rapimento del leader dell’opposizione Soumaila Cissel del partito URD (Union for the Republic and Democracy).
Il presidente del Mali è invece Ibrahim Boubacar Keita del partito RPM (Rally for Mali), ed era stato eletto nel 2013.
In seguito al colpo di stato del 2012, ci sono stati nel paese africano diversi attacchi da parte di gruppi armati, che hanno aiutato i ribelli separatisti e i gruppi affiliati ad al-Qaeda a occupare la parte nord del paese.
Questi gruppi armati hanno portato i combattimenti fino al centro del paese, minacciando i paesi vicini come Niger e Burkina Faso.
La Francia e le Nazioni Unite con l’operazione MINUSMA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali) sono intervenute nel 2013 per scacciarli e da allora hanno mantenuto migliaia di truppe nella regione al fine di combattere il terrorismo di matrice islamica.
Dal 2015, il governo maliano aveva concordato di devolvere il potere alle assemblee regionali a causa delle recriminazioni avute da parte di alcune aree del paese con il governo centrale.
Le elezioni erano inizialmente previste per la fine del 2018, ma sono state ritardate a causa di problemi di sicurezza, il che ha lasciato molti maliani perplessi sul perché il voto del primo turno del 29 marzo scorso non sia stato ritardato.
Il risultato che uscirà da questi due turni di elezioni legislative è già comunque deciso, in quanto non riuscirà a far rappresentare in modo adeguato i gruppi chiave all’interno della società del Mali, ormai disgregata da anni di conflitti.