Mali. La Francia e i suoi alleati hanno annunciato un ritiro militare coordinato

di Alberto Galvi –

Il governo francese ha annunciato il ritiro coordinato delle proprie forze e di quelle alleate dal Mali, una decisione potrebbe avere una serie di implicazioni in tutta la regione. Le forze francesi sono giunte nel 2013 per riprendere il controllo dell’Azawad, la parte settentrionale del paese in mano ai jihadisti, attraverso le operazioni Serval e Barkhane, ma dei 53 soldati francesi uccisi in servizio in Africa occidentale, 48 sono morti.
La Francia è stata accusata dal premier ad interim del Mali, Choguel Kokalla Maiga, di dividere il paese; i maliani avevano accolto calorosamente l’arrivo dell’esercito francese, ma negli anni successivi con l’aumento della violenza e dell’instabilità, l’approvazione della presenza militare francese è diminuita drasticamente.
La violenza in Mali non è mai stata repressa del tutto, ed ora sono emersi nuovi timori per una possibile espansione dei ribelli nel Golfo di Guinea. Le relazioni tra Parigi e Bamako si sono deteriorate da quando i leader militari del Mali hanno rinnegato un accordo per tenere le elezioni a febbraio, affermando di voler mantenere il potere fino al 2025.
Il governo francese ha comunque riportato che che continuerà a combattere il terrorismo nel Sahel, in particolare per contrastare il JNIM (Jama’at Nasr al-Islam wal Muslimin), un gruppo militante allineato ad al-Qaeda, e l’ISGS (Islamic State in the Greater Sahara); le forze europee saranno spostate nel vicino Niger a causa delle molteplici ostruzioni delle autorità di transizione maliane.
Il Canada e gli Stati europei che operano a fianco della Francia nell’Operazione Barkhane e all’interno della Task Force Takuba nella lotta contro il terrorismo in Mali ritengono che le condizioni politiche, operative e legali non siano più soddisfacenti per continuare efficacemente il loro attuale impegno militare.
Per l’esercito maliano affrontare questa situazione da solo sarà molto difficile, anche se il ritiro militare potrebbe richiedere dai quattro ai sei mesi per via della chiusura delle basi francesi di Gossi, Menaka e Gao.