di Giuseppe Gagliano –
Il governo turco ha consegnato 15 droni Bayraktar TB2 alla giunta del Mali al fine di potenziare la capacità difensiva del paese. La notizia segnala l’importanza strategica di questa acquisizione non solo per il Mali, ma anche per i suoi alleati nella regione del Sahel come il Niger e il Burkina Faso. Questa alleanza si rafforza in un momento di crescente instabilità, con le minacce terroristiche che continuano a pesare sulla regione.
Il messaggio delle autorità maliane è chiaro: qualsiasi minaccia contro il Mali sarà affrontata con forza. I nuovi droni, noti per la loro efficacia in vari scenari di conflitto, rappresentano una componente fondamentale della nuova strategia di sicurezza del Sahel. Non si tratta solo di una risposta tattica immediata, ma di un segnale a lungo termine volto a rafforzare la sovranità e la sicurezza della regione contro gruppi terroristici attivi. La dichiarazione delle autorità maliane non si ferma qui. C’è anche un riferimento diretto all’Algeria, il vicino settentrionale, con cui i rapporti restano tesi a seguito dell’imboscata tesa da jihadisti provenienti dall’Algeria in cui hanno perso la vita numerosi fra militari e uomini dell’Africa Corps (ex Wagner).
L’Algeria, che condivide una lunga frontiera con il Mali, si trova così implicitamente chiamata in causa e invitata a riconsiderare il proprio approccio alla situazione nel Sahel. In un contesto geopolitico così complesso, l’alleanza tra Mali, Niger e Burkina Faso potrebbe rivelarsi cruciale. La determinazione dei governi di questi paesi a proteggere il loro territorio e i loro interessi è più che mai evidente. I droni turchi, conosciuti per la loro precisione e capacità di sorveglianza avanzata, offriranno un vantaggio significativo nella lotta contro le forze destabilizzanti. Tuttavia, resta da vedere come i vari attori della regione, inclusa l’Algeria, reagiranno a questa nuova dinamica di potere.