Mali. L’esercito reagisce agli attacchi jihadisti, 80 qaedisti uccisi

di Giuseppe Gagliano

Il Mali, cuore instabile del Sahel, è di nuovo in fiamme. Le forze armate maliane, sostenute dal Corpo Africano delle Forze Armate Russe, hanno annunciato di aver ucciso 80 militanti di Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (JNIM), affiliato ad al-Qaeda, dopo una serie di attacchi simultanei contro postazioni militari.
Gli scontri hanno interessato sette località, dalle aree al confine con il Senegal fino alla frontiera con la Mauritania. In risposta agli attacchi, le autorità regionali hanno imposto un coprifuoco di 30 giorni.
Secondo l’ultimo Global Terrorism Index, il Sahel rappresenta ormai oltre il 50% dei decessi globali legati al terrorismo. I gruppi jihadisti stanno estendendo la loro influenza verso la costa dell’Africa occidentale, minacciando paesi come Benin e Togo.
La giunta militare al potere dal 2020 tenta di mostrare fermezza per consolidare il proprio controllo, ma la crescente insicurezza rischia di trascinare il Mali e l’intera regione in una spirale di violenza senza fine.