MALI. Scontri a Kidal, morti 26 miliziani del Mnla e 8 militari. 30 ostaggi

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tuareg maliL’arresto a Kidal, nel nord-est del Mali, dell’ex consigliere politico del gruppo jihadista Ansar Dine, al-Housseini ag Ahayare, noto come “Mortalla”, ha scatenato aspri scontri fra i militari di Bamako e i miliziani tuareg del Mnla, il Movimento di liberazione dell’Azawad. Da quanto si è appreso le vittime sono 8 militari e 26 ribelli, mentre una trentina di altri combattenti sono stati presi in ostaggio.
Le autorità di Bamako hanno quindi provveduto ad inviare a Kidal i militari e il Primo ministro, Moussa Mara, ha affermato che “consideriamo quanto avvenuto una dichiarazione di guerra perché non può essere definito diversamente. La Repubblica del Mali è ormai in guerra e daremo le risposte appropriate a questa situazione”.
Potrebbe quindi riaccendersi la guerra in Mali, a soli pochi mesi dalla fine delle operazioni contro l’iniziativa di secessione dell’Azawad (il nord del paese), quando i tuareg, con gli jihadisti dell’Ansar Dine e di al-Qaeda Aqmi, si erano coalizzati nella guerra contro Bamako fino a proclamare, il 27 maggio 2012, l’effimera Repubblica islamica dell’Azawad, subito pronta a essere riconosciuta da Qatar e Iran; il fronte si fratturò a causa dei dissidi fra i tuareg e i qaedisti, che, di fatto, li avevano sottomessi, distruggendo persino le antiche opere d’arte di Timbuctù.
Per sostenere il governo regolare l’Onu aveva ideato l’operazione Minusma, portata avanti dai francesi, i quali avevano posto un provvisorio ordine nel paese, fino ai fatti di oggi.
Da Washington Jen Psaki, portavoce del Dipartimento di Stato, ha chiesto “l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi” e invitato “le parti a evitare violenze o qualsiasi azione che possa mettere a rischio i civili”.