Mar Cinese Meridionale. Usa e Filippine discutono dell’assertività cinese nell’area

di Alberto Galvi

Gli alti funzionari degli Usa e delle Filippine hanno discusso le loro preoccupazioni per le attività cinesi in corso nel conteso Mar Cinese Meridionale. Il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Usa Jake Sullivan e il Consigliere per la sicurezza nazionale delle Filippine Hermogenes Esperon hanno concordato che gli Usa e le Filippine continueranno a coordinarsi strettamente nel rispondere alle sfide nell’area.
La scorsa settimana è stato rivelato che ben 200 navi sono state avvistate nella zona della barriera corallina di Pentecoste, ritenute appartenenti alla milizia cinese; erano ormeggiate a Whitsun Reef, a circa 320 chilometri a ovest dell’isola di Palawan, e all’interno della EEZ (Economic Exclusion Zone) filippina come definita dalla ICC (International Court of Arbitration). Il Whitsun Reef appartiene all’arcipelago delle Spratly, il cui territorio è rivendicato da Brunei, Cina, Malesia, Filippine, Taiwan e Vietnam.
Almeno quattro navi della marina cinese erano a Mischief Reef, occupata dai cinesi. La Cina ha preso il controllo della barriera corallina nel 1995, attirando forti proteste dalle Filippine e da altri Stati richiedenti. Circa 45 navi cinesi erano nelle vicinanze dell’isola di Thitu, occupata dalle Filippine, che Manila chiama Pagasa. La Cina considera l’arcipelago delle Spratly come suo territorio, nonostante la sentenza della CPA (Permanent Court of Arbitration) con sede all’Aia, secondo la quale non vi era alcuna base legale per le rivendicazioni marittime della Cina.
Negli ultimi anni la Cina ha trasformato sette barriere coralline contese in basi insulari protette dai missili, aumentando le tensioni. Le Filippine considerano le Spratly, dove occupa nove isole e isolotti, come parte della loro provincia occidentale di Palawan.
Gli Stati coinvolti nella disputa avevano in precedenza ordinato a Pechino di ritirare le navi da quell’area, mentre la Cina, che rivendica quasi l’intero Mar Cinese Meridionale, ha affermato che le navi presenti sono navi da pesca che si riparano dalle intemperie. Manila insiste sul fatto che provengono dalla milizia marittima di Pechino, spesso accusata di condurre operazioni militari segrete nell’area.
Questa settimana ulteriori pattuglie aeree e marittime filippine hanno registrato che 44 delle barche battenti bandiera cinese sono rimaste sulla barriera corallina di Mischief Reef. L’esercito filippino ha affermato di non poter confermare se 92 navi avvistate a Chigua Reef e 84 a Gaven Reef facessero parte della flottiglia originale. Nei prossimi giorni Locsin è atteso a Pechino per un incontro programmato con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi.
Diversi paesi, compresi gli Usa, hanno espresso preoccupazione per le rinnovate tensioni nella regione. Il MDT (Mutual Defense Treaty) Usa-Filippine nel Mar Cinese Meridionale obbliga entrambe le parti a sostenersi a vicenda in caso di incursione da parte di soggetti esterni. Il Canada, Australia, Giappone e altri hanno espresso preoccupazione per le intenzioni della Cina.
Nel Mar Cinese Meridionale, ricco di risorse naturali, Brunei, Malesia, Filippine, Taiwan, Cina e Vietnam hanno rivendicazioni territoriali concorrenti. Inoltre questa è una rotta commerciale dalla quale passano almeno 3,4 trilioni di dollari di scambi annuali.