Marocco. Accordo per un mega impianto di desalinizzazione, ma manca trasparenza

di Giuseppe Gagliano

In Marocco il recente annuncio di un ambizioso progetto di desalinizzazione dell’acqua firmato tra il Ministero dell’Interno marocchino e la multinazionale francese Veolia ha sollevato una serie di domande e perplessità tra esperti e osservatori. Il progetto, che mira a risolvere il problema della crescente scarsità d’acqua che affligge il Paese nordafricano, prevede la costruzione di un impianto di desalinizzazione di grande scala, ma il memorandum d’associazione reso pubblico finora appare carente di dettagli specifici su diversi aspetti cruciali.
Questo mega-progetto si inserisce in un contesto di urgenza legato alla gestione delle risorse idriche in Marocco, dove i livelli delle riserve d’acqua sono diminuiti drasticamente a causa di una combinazione di siccità prolungate, crescita demografica e utilizzo intensivo delle risorse per l’agricoltura. Tuttavia, la mancanza di trasparenza nel memorandum solleva dubbi significativi non solo sulle implicazioni economiche del progetto ma anche sulla sua sostenibilità tecnica a lungo termine. Le autorità marocchine e Veolia non hanno ancora chiarito il costo complessivo dell’opera, i tempi di realizzazione previsti e le modalità di finanziamento, aspetti che restano cruciali per valutare la fattibilità del progetto.
Vi sono inoltre domande sulla tecnologia che sarà utilizzata per la desalinizzazione, una questione che ha un impatto diretto sia sui costi operativi che sull’impronta ambientale dell’iniziativa. La desalinizzazione, pur essendo una soluzione sempre più adottata a livello globale per affrontare la carenza d’acqua, è una tecnologia che richiede enormi quantità di energia, il che potrebbe aggravare ulteriormente il fabbisogno energetico del Marocco. Inoltre, restano da chiarire i dettagli relativi alla gestione dei residui salini derivanti dal processo di desalinizzazione, che se non trattati correttamente possono avere effetti negativi sull’ecosistema marino. Un altro punto critico riguarda le modalità con cui il governo marocchino intende coinvolgere gli attori locali e garantire che i benefici del progetto siano distribuiti equamente tra le diverse comunità, in particolare nelle aree rurali dove la scarsità d’acqua è più acuta.
La cooperazione con Veolia, che ha una lunga esperienza nella gestione delle risorse idriche ma ha anche un passato controverso in alcuni progetti precedenti, viene vista con un misto di speranza e scetticismo da parte dell’opinione pubblica. La mancanza di trasparenza nel processo decisionale e la scarsità di informazioni ufficiali hanno alimentato i timori che il progetto possa favorire interessi stranieri a scapito delle necessità locali, un’accusa che è stata sollevata più volte in passato nei confronti di grandi progetti infrastrutturali in Marocco.
Secondo le informazioni disponibili l’impianto dovrebbe fornire acqua potabile alle principali città costiere del Paese, tra cui Casablanca e Rabat, ma non è chiaro se e come questo approvvigionamento idrico verrà esteso alle aree interne che stanno soffrendo maggiormente la crisi idrica. Al momento, gli esperti chiedono maggiore chiarezza da parte delle autorità e un coinvolgimento più ampio della società civile e delle organizzazioni indipendenti per monitorare l’avanzamento del progetto e garantire che venga effettivamente realizzato nell’interesse del Paese. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se il Marocco sarà in grado di trasformare questo ambizioso piano in una realtà sostenibile ed equa, ma molto dipenderà dalla capacità del governo di rispondere alle legittime preoccupazioni sollevate e di assicurare un processo trasparente e inclusivo.