Marocco. Coronavirus: le misure economico-sociali

di Belkassem Yassine

A distanza di un mese dalla comparsa del primo caso di Covid 19 in Marocco attraverso un cittadino marocchino tornato dall’Italia, il regno si può dire in grado aver reagito anticipatamente alla diffusione del Covid 19 fornendo al suo mercato interno mascherine e test, grazie alle esperienze dei paesi più colpiti dall’epidemia. A tutt’oggi si registrano solo un migliaio di casi di contagiati e circa 90 morti. I primi quindici casi registrati riguardano viaggiatori provenienti dalla Spagna, Francia o Italia.
Tra i primi provvedimenti adottati, il 16 marzo le scuole e le università sono state chiuse, ancora quando il paese registrava 37 casi di virus e un solo decesso, e l’obiettivo delle autorità è stato innanzitutto quello di non sovraccaricare le strutture sanitarie, dal momento che il paese ha un terzo dei letti di terapia intensiva rispetto alla Spagna: attualmente sono 3mila, e si lavora portare questa cifra a 5mila nei prossime giorni. Dal 23 marzo la Cina ha consegnato apparecchiature mediche al Marocco, mentre le fabbriche del paese riescono a produrre 5 milioni di mascherine protettive al giorno.
Dal 7 aprile indossare una mascherina è obbligatorio per chiunque sia autorizzato a viaggiare, e i produttori nazionali forniscono maschere ai negozi locali a prezzi controllati (8 centesimi per unità). Tra pochi giorni inizierà inoltre una massiccia campagna di test, in particolare grazie alla recente consegna di 200mila tamponi dalla Corea del Sud.
Oltre alle attività di sollecito alla popolazione a rimanere a casa, i veicoli delle forze dell’ordine pattugliano le strade per favorire il rispetto delle regole. Il futuro racconterà se questa azione “muscolare” sarà ripagata con il limite la diffusione dell’epidemia.
Il Marocco è stato in grado di mettere in campo misure per prevenire le conseguenze economiche e sociali a causa del Covid 19. Per decisione di re Mohammed VI a metà marzo è stato istituito uno speciale “Fondo Covid 19”, alimentato da donazioni da tutte le istituzioni pubbliche del paese, nonché da grandi aziende private e da singoli cittadini, prima di tutto lo stesso monarca, iniziativa che ha permesso di raccogliere dall’inizio di aprile più di 3 miliardi di euro, l’equivalente di 3% del PIL. Queste somme saranno utilizzate, come nei paesi europei, per finanziare la sospensione degli oneri sociali che gravano sulle società e per concedere ulteriori linee di credito bancarie garantite dallo Stato. A questo si aggiunge la sospensione delle scadenze dei prestiti bancari ai singoli fino alla fine di giugno. I marocchini legati alla previdenza sociale riceveranno fino alla fine di giugno 2mila dirham al mese (190 euro) equivalenti al 75% del salario minimo.
Dal punto di vista informatico il Marocco presenta un’innovazione rispetto agli altri paesi africani: mediante una semplice identificazione tramite SMS i milioni di piccoli imprenditori affiliati o non affiliati al sistema di assistenza medica saranno in grado di beneficiare di un sussidio mensile di sussistenza di almeno 1.200 dirham (110 euro). I 280 milioni di euro attualmente mobilitati consentono di aiutare 3,7 milioni di persone.
Certamente il grande impegno di flusso finanziario messo in campo potrebbe limitare il danno economico e sociale più che altrove.
Infine il re ha deciso di graziare di 5.654 detenuti per evitare che la pandemia si diffondesse nei centri di detenzione.