Marocco. Delegazione italiana incontra gli attivisti del Consiglio Nazionale dei Diritti Umani

di Domenico Letizia * –

Prende vita, come delegazione italiana per l’implementazione dei diritti umani in Marocco, una missione di attivisti per supervisionare la situazione umanitaria in tutto il Regno del Marocco. Con Irepi (Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale), il presidente della Federazione Italiana dei Diritti dell’Uomo (FIDU), Antonio Stango e il segretario dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale (Irepi), l’avvocato Margherita Cattolico. Il primo incontro della delegazione è stato a Rabat con i dirigenti del Consiglio Nazionale dei Diritti Umani del Marocco (CNDH), Driss Yazami presidente del CNDH ed il responsabile delle Relazioni Estere dell’organizzazione Mourad Errarhib. Yazami ha ribadito e descritto il contributo fondamentale avutosi nella società del Marocco attraverso la nascita e la crescita di numerose associazioni che difendono i diritti umani e soprattutto l’istituzione della commissione per l’equità e la riconciliazione, che si occupava e si occupa del risarcimento dei danni subiti da tutti coloro vittime di violazioni sistematiche dei diritti fondamentali dell’individuo. Secondo il presidente del Cndh, la Costituzione del 2011 ha rappresentato una svolta importante per la promozione dei diritti umani in Marocco, in particolare attraverso l’adozione di tutti i diritti previsti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e tramite l’impegno ad armonizzare la legislazione del Regno con le disposizioni delle convenzioni internazionali ratificate. D’altronde basti ricordare che recentemente il presidente della sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo, Pier Antonio Panzeri, ha espresso apprezzamento per il livello di partenariato fra il Regno e l’Unione europea. Anche il deputato Cristian Dan Preda ha affermato che “non c’è Paese che collabori meglio del Marocco con l’Ue in materia di diritti umani”. “In Marocco c’è una totale apertura a parlare di qualsiasi argomento”, ha affermato il deputato, sottolineando che “le voci che criticano il Marocco per questioni relative ai diritti umani sono ingiuste”. “Molti Paesi dovrebbero piuttosto prendere il Marocco come modello”, ha ribadito l’eurodeputato evidenziando il ruolo del CNDH, definendolo un “vero partner” non solo per le autorità marocchine, ma anche per l’Ue nel settore dei diritti umani. Durante l’incontro a Rabat, Antonio Stango, presidente della Federazione Italiana Diritti Umani e membro del Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino, ha portato la discussione sul tema della pena di morte, che è ancora presente nel Codice Penale del Marocco ma non viene eseguita dal 1993: il Paese può quindi essere considerato abolizionista di fatto, sebbene le corti emettano ancora sentenze capitali. Nel 2016 il Marocco si è astenuto sulla Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la moratoria universale delle esecuzioni e probabilmente si asterrà anche in occasione del prossimo voto sulla Risoluzione analoga, previsto nel dicembre di quest’anno. Il Consiglio nazionale per i diritti umani prevede che a breve una riforma riduca il numero di reati per i quali è prevista la pena capitale. Altra tematica affrontata è stata quella del Sahara Occidentale del Marocco. Già colonia spagnola, è un esteso territorio sulla costa atlantica con circa mezzo milione di abitanti, conteso a causa della sua ricchezza di fosfati. Fu annesso dal Marocco nel 1975 e, un anno dopo, il Fronte Polisario, sostenuto con numerose interferenze dall’Algeria, proclamò la nascita della Rasd e reclamò l’istituzione di un referendum di autodeterminazione che non rispecchiava le convenzioni internazionali. Le due parti, Marocco e Polisario, non hanno mai trovato un accordo sui termini del referendum e su chi ha diritto al voto. Il re del Marocco ha investito nell’area desertica e numerosi sono i progetti per lo sviluppo e l’implementazione dell’economia locale, nel tentativo di far crescere le zone martoriate dal lungo conflitto. Purtroppo, nonostante gli sforzi della monarchia del Marocco, le interferenze dell’Algeria creano numerosi problemi che il Marocco tenta di affrontare con pragmatismo, attenzione e collaborazione con le istituzioni internazionali. L’istituzione del Consiglio nazionale per i diritti umani (CNDH) ha l’obiettivo di rafforzare l’impegno del Marocco nella tutela dei diritti e delle libertà dei cittadini. Il Consiglio è stato istituito per rafforzare e consolidare lo stato di diritto e le proposte di riforme giuridiche democratiche e rispettose delle libertà individuali, avvalendosi di 13 commissioni regionali per i diritti umani, i cui presidenti sono nominati da un regio decreto. Queste commissioni sono incaricate di monitorare diverse regioni del Marocco. Monitorano continuamente situazioni oggetto di reclami e indagano sulle violazioni. Hanno il compito di attuare programmi e progetti che il Consiglio realizza in collaborazione con le parti interessate locali. Il Consiglio nazionale per i diritti umani ha anche il compito di promuovere il diritto internazionale umanitario. In coordinamento con le autorità competenti, il Consiglio coordina le attività delle diverse autorità istituzionali e segue l’attuazione delle convenzioni internazionali che il Marocco ha ratificato. Contribuisce alla formazione di programmi di sensibilizzazione sociale, sviluppando partenariati di cooperazione con il Comitato internazionale della Croce Rossa e tutti gli organismi nazionali e internazionali che si battono per il rispetto del diritto internazionale umanitario.

* Presidente dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale.