Marocco. Global compact: re Mohammed VI interviene alla conferenza internazionale

"Il Patto mondiale rimane una promessa che la storia giudicherà". "Contro i populismi servono risposte strutturate".

di Belkassem Yassine

Re Mohammed VI del Marocco ha indirizzato un messaggio alla “Conferenza Intergovernativa per l’adozione del Patto Mondiale sulle Migrazioni Sicure, Ordinate e Regolari”, che ha aperto i suoi lavori lieri a Marrakech.
Il sovrano ha sottolineato che “l’interesse del Regno del Marocco per la questione migratoria costituisce un impegno di lunga data che si esprime attraverso una politica, umanista nella sua filosofia, globale nel suo contenuto, pragmatica nel suo metodo e responsabile nel suo percorso. Il successo nazionale di questo nostro approccio ha condotto i nostri fratelli africani ad affidarci il mandato di leader dell’Unione Africana sulla questione migratoria. Cosi è stato stabilito per l’Agenda Africana sul tema delle migrazioni, una decisione adottata all’unanimità dalla Conferenza dell’Unione Africana nel gennaio 2018. È dunque del tutto naturale che la nostra visione, in scala nazionale e continentale, converga con il nostro impegno internazionale attraverso il Patto Mondiale”.
La sfida della conferenza di Marrakech è di mostrare che la Comunità internazionale fa la scelta della solidarietà responsabile, ha affermato il re sottolineando che spetta a questa comunità rispettare interamente il diritto sovrano di ciascuno dei suoi membri di determinare e ad adottare la sua politica migratoria; e provare che il multilateralismo “non è la politica della sedia vuota, della diserzione e dell’indifferenza. È quello delle sinergie e dell’impegno nella diversità”.
Ha inoltre osservato che il Patto mondiale sulla migrazione “non è un fine in sé. Fa senso soltanto con la sua attuazione effettiva. È per questo che, la conferenza di Marrakech è, soprattutto, un appello all’azione”. A quest’appello l’Africa non sarà un “oggetto” del Patto mondiale, ma sarà un “attore centrale” che definisce la sua strada da seguire. Questa agenda “pionieristica” ha anticipato l’importanza del Patto mondiale nella conoscenza di dinamiche migratorie.
Tra il lassismo inaccettabile e la sicurezza eccessiva “c’è una via che apriamo oggi”, quella che la sovranità solidale oppone al nazionalismo che esclude, il multilateralismo contro l’ostracismo e la responsabilità condivisa contro l’indifferenza istituzionalizzata.
Si tratta di porre fine al disordine mettendo l’umanità nell’ordine, la pagina di storia che si scrive oggi, a Marrakech, porta la Comunità internazionale, un passo di più, verso un nuovo ordine migratorio, più giusto e più umano.
Il re in questo messaggio, letto dal capo del governo Saad Dine Otmani, ha indicato che la sfida di questa conferenza è “di unire di fronte ai populismi e all’isolazionismo e di portare, con il dialogo e la cooperazione internazionale, risposte strutturate ad una delle principali poste in gioco del nostro tempo”, notando che “nessun paese può da solo affrontare queste sfide! Tuttavia, se non ci sono alternative alla cooperazione, non ci sono alternative all’azione”.
Il sovrano ha infine indicato che “attualmente, il Patto mondiale rimane una promessa che la storia giudicherà. Non è affatto tempo ancora di celebrare il successo. La sfida di questa Conferenza è di mostrare che la Comunità internazionale fa la scelta di una solidarietà responsabile sulla questione della migrazione”.