Marocco. I trafficanti di esseri umani dietro la strage di Melilla

di Belkassem Yassine

E’ di 37 morti il bilancio dei disordini scoppiati nei giorni scorsi presso il confine di Melilla, quando in 1500 irregolari hanno tentato di forzare la recezione. Si tratta di persone rimaste soffocate e schiacciate dalla calca, perlopiù migranti provenienti dall’Africa Subsahariana: la recinzione che in molti cercavano di scavalcare ha ceduto rovesciandosi sui malcapitati, ma vi sono stati anche scontri che hanno portato al ferimenti di agenti della guardia di confine spagnola.
Il sospetto delle autorità marocchine è che l’assalto dei migranti a Melilla sia stato in qualche modo organizzato per fare pressioni sul governo spagnolo, e da parte algerina è giunta una condanna Marocco per “la brutalità con la quale le forze di sicurezza” di Rabat hanno respinto l’assalto.
In realtà è risultato che già al mattino le autorità marocchine avevano avvertito quelle di Melilla dell’arrivo di 1500 migranti provenienti dal confine algerino, lungo e difficile da controllare, ed è chiara la responsabilità delle organizzazioni criminali dietro al traffico di migranti, molte delle quali operano proprio in Algeria.
L’Onu ha chiesto un’indagine approfondita al Marocco e alla Spagna, ma i fatti sono evidenti, con le autorità marocchine che hanno cercato di arginare l’avanzata dei clandestini, molti dei quali erano armati ed erano intenzionati a superare le due barriere metalliche di Melilla con la forza fino ad essere travolti dalle stesse.
Il Marocco ha introdotto una legge contro la tratta degli esseri umani, ma è certo che da solo non è in grado di affrontare il continuo arrivo di migranti: serve una maggiore cooperazione anche europea e lavorare sullo sviluppo del continente africano, come già è nell’impegno del sovrano Mohammed VI per la cooperazione sud-sud. La povertà dovuta alla mancanza di lavoro, i cambiamenti climatici e le guerre spingono e continueranno a spingere sempre più migranti a mettersi in mano ai trafficanti di uomini, pronti a lucrare sulla disperazione.