Marocco. Lanciato il satellite Mohammed VI – B

Rachidi smorza i timori di Spagna e Algeria e spiega perché è a uso civile e non finalizzato allo spionaggio.

di Belkassem Yassine

Il lanciatore Vega, progettato, sviluppato e realizzato da Avio nello stabilimento di Colleferro (Roma), con la sua 13ma missione dalla Base Spaziale di Kourou, nella Guiana francese, ha portato, ieri in orbita Mohammed VI – B, un satellite per l’osservazione terrestre a uso civile, costruito da Thales Alenia Space e Airbus per il Regno del Marocco. Il satellite Mohammed VI-B sarà gestito da ingegneri e tecnici marocchini. Esprimendo la sua grande soddisfazione l’amministratore delegato di Avio Giulio Ranzo ha affermato che “Grazie al grande impegno della squadra Avio, Vega continua a volare con successo”.
Per Mustapha Kahhak, direttore della Cartografia presso l’Agenzia Nazionale per la Conservazione del territorio, il Catasto e la Cartografia di Rabat (Ancfcc), il satellite Mohammed VI – B “sarà un’arma importante per difendere il territorio dal dissesto idrogeologico e per proteggere le aree urbane e quelle agricole. Si tratta di un progresso importante che compie tutto il paese e che rientra nei piani di re Mohammed VI, e certamente si tratta di un evento importante perché rafforzerà molto il mio lavoro. Potremo usare le foto scattate da questo satellite per creare delle nuove mappe. Noi come agenzia del territorio già usiamo queste tecnologie dal 2000. Il problema è che usavamo immagini di altri satelliti e non potevamo avere ciò che veramente ci interessava. Ora invece saremo indipendenti nel lavoro e l’uso di queste foto topografiche sarà essenziale”.
L’ingegnere marocchino Tajjedine Rachidi ha spiegato che il satellite Mohammed VI – B apre la strada ad una gamma completamente nuova di applicazioni civili quasi in tempo reale. In quanto tale molti dipartimenti dello Stato e del governo marocchino, e in una certa misura il settore privato e la comunità di ricerca, avranno accesso a dati di telerilevamento che consentiranno loro di tagliare i costi e ottenere indipendenza dai fornitori di immagini satellitari, fare un passo da gigante verso l’elaborazione di politiche pubbliche basate sui dati, stimolare l’innovazione per nuovi servizi e prodotti a valore aggiunto e, ultimo ma non meno importante, sviluppare ulteriormente la ricerca nazionale”. Rachidi ha poi aggiunto che “Va notato che il lancio di oggi è stato accolto con grande soddisfazione dai marocchini, in quanto 5 giorni fa r Mohammed IV ha inaugurato un treno e ferrovia ad alta velocità da 3 miliardi di dollari che collega Tangeri e Casablanca accorciando efficacemente la distanza tra i due principali poli industriali e commerciali del Marocco. Come in molte aree, anche le capacità del Marocco nel telerilevamento saranno di grande beneficio per l’Africa, dal momento che il Marocco è un fermo difensore dei modelli di sviluppo Sud-Sud. Posso immaginare una serie di partnership bilaterali con i paesi africani per lo sviluppo di capacità nelle applicazioni di telerilevamento, e eventualmente in bisogni specifici, dell’acquisizione e dell’uso della tecnologia satellitare, sia a livello tecnico che di business. Questo naturalmente rafforzerà ulteriormente la posizione del Marocco come leader all’interno dell’Unione Africana”.
Tajjedine Rachidi ha notato poi che “alcuni mezzi di comunicazione di massa della Spagna e dell’Algeria temono che questo nuovo satellite possa essere utilizzato per ragioni strategiche come spiare o controllare la migrazione. Questo è infondato, poiché gli esperti sanno che l’intelligenza e l’uso strategico, come il controllo del flusso migratorio, richiedono una costellazione di satelliti molto più grande per essere in grado di realizzare almeno un passaggio ogni 10 minuti per tracciare i movimenti delle persone”.
“L’attuale configurazione di Mohammed VI A e B è una disposizione tipica per le applicazioni civili”, ha concluso Rachidi.