Marocco. Marcia Verde e sviluppo nel Sahara

di Belkassem Yassine

Il Regno del Marocco ha celebrato il 44mo anniversario della Marcia Verde organizzata nel 1975 in risposta all’appello del defunto re Hassan II, quando in 350 mila si mobilitarono per raggiungere il territorio detto “Sahara spagnolo o Sahara Occidentale” occupato dalla Spagna. La storica Marcia Verde rimarrà per sempre come evento storico di lotta per l’indipendenza e il completamento dell’integrità territoriale e rispecchia la forte coesione tra il trono lauita e il popolo marocchino.
Da segnalare che in via pacifica e di dialogo con la Spagna, venne firmato l’accordo di Madrid con il Marocco che comportò la decisione di ritirarsi subito dai territori marocchini.

Sviluppo continuo in Sahara.
Oggi il territorio, lasciato dalla Spagna senza investimenti, ha raggiunto un notevole sviluppo economico e sociale, e sono in corso ancora azioni prioritarie per il progresso della regione. Secondo il ministero dell’Economia e delle Finanze sono stati portati a termine negli ultimi due anni 87 progetti per un costo complessivo di oltre 7 miliardi di DH, ed inoltre importanti investimenti statali passeranno da 77 a 81 miliardi di Dh entro 2020.
Lo sviluppo ha riguardato il raggruppamento della popolazione, la costruzione di un’infrastruttura di base moderna e la realizzazione di progetti economicamente produttivi per la popolazione locale. Le aziende internazionali e le multinazionali prestano fiducia nel potenziale economico locale, come nel caso dell’apertura di un nuovo ristorante Mc Donald’s a Laayoune nel 2017, mentre il nuovo porto atlantico di Dakhla, per un budget di 96 milioni di dollari, creerà 183mila posti di lavoro entro 2030 e costituirà un punto di svolta per gli scambi con Africa e America latina. Oggi la zona è servita da diverse compagnie aeree internazionali, è diventata meta turistica, attrae grandi conferenze e manifestazioni a portata regionale e internazionale, come il Forum Crans Montana.
“Il Sahara marocchino è la porta del Marocco verso l’Africa sub-sahariana”, e costituisce un vero e proprio trait d’union tra Marocco e il resto d’Africa dal punto di vista geografico, umano ed economico, ha affermato mercoledì re Mohammed VI in occasione della festa della Marcia Verde. “Il Marocco occupa un posto di primo piano in Africa, in campo economico, politico, culturale e religioso”, ha aggiunto il sovrano, esprimendo la sua determinazione a erigere il Regno come attore chiave della costruzione dell’Africa di domani. Ciò attraverso il costante rafforzamento delle relazioni umane, economiche e politiche che uniscono Marocco ai paesi africani.
A livello del Magreb il re ha riaffermato l’impegno del Marocco a instaurare relazioni sane e solide con gli altri Stati magrebini. “Alla luce delle opportunità e della posta in gioco, la situazione attuale nella regione e nel Mediterraneo sollecita la nostra attenzione e ci induce ad intraprendere un’azione costruttiva”. Il re ha spiegato che “la gioventù magrebina esige da noi la creazione di uno spazio aperto, propizio all’interazione e allo scambio”, mentre “il settore degli affari esige che le siano garantite condizioni favorevoli al suo sviluppo”. “Allo stesso modo – ha continuato – i nostri partner, in particolare europei, hanno bisogno di un socio efficace”, “i nostri fratelli d’Africa subsahariana attendono che i nostri paesi contribuiscano a realizzare i programmi e ad affrontare le grandi sfide del Continente” e, infine, “i nostri fratelli arabi desiderano che il Gran Magreb si associ alla costruzione di un nuovo ordine arabo”.
“Le speranze e le aspettative sono enormi; le sfide sono numerose e complesse. Tuttavia si può deplorare che alcuni non ne misurino l’importanza”, ha proseguito re Mohamed, per il quale “il nostro nemico comune risiede nell’immobilismo e nel basso livello di sviluppo che ancora conoscono i nostri cinque popoli”. I paesi magrebini sono Marocco, Mauritania, Tunisia, Libia ed Algeria.
Il sovrano ha insistito sull’impegno del Regno a difendere la sua integrità territoriale e la sua piena adesione al processo dell’ONU per la risoluzione la disputa regionale attorno al Sahara. Poi ha evidenziato che, in linea con il processo politico dell’ONU e con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, il Marocco continuerà a lavorare con sincerità e buona fede per giungere a una soluzione politica, realistica, pragmatica e consensuale mettendo in risalto che l’iniziativa di autonomia proposta dal Regno e ampiamente accolta dalla comunità internazionale resti l’unica base di negoziazione. Infatti è l’unica via possibile per arrivare a una soluzione in pieno rispetto dell’unità nazionale e dell’integrità territoriale del Regno. Questa prospettiva si è rafforzata dal fatto che un numero sempre crescente di paesi (oltre 163 ad oggi) non riconosce l’entità fittizia della “RASD” basata in Algeria. “L’Iniziativa di autonomia è sostenuta anche dai partenariati e dagli accordi che legano le grandi potenze e un certo numero di paesi fratelli e amici al nostro paese e che coprono tutte le sue regioni, comprese le province del sud”, ha sottolineato il re.