Algeria. Militari algerini uccidono due civili saharawi

di Belkassem Yassine

Militari algerini hanno attaccato alcuni civili saharawi presso i campi di Tindouf, provocando due morti e due feriti, individui della tribù Sellam – Rguibat. Le notizie riportano di due distinte sparatorie avvenute a distanza di cinque giorni, la prima contro un fuoristrada che viaggiava a cinque chilometri ad ovest dei campi di Tindouf, mentre la seconda nei pressi del campo di Dakhla, dove diversi giovani saharawi sono stati esposti a una pioggia di proiettili.
Non è la prima volta che fatti di questo genere scuotono i campi di Tindouf, e tra gli abitanti dei campi monta la rabbia per questo genere di prevaricazioni.
Negli ultimi 5 anni più di 20 saharawi sono stati uccisi da militari algerini.
Nel suo rapporto presentato a metà ottobre al Consiglio di sicurezza dell’ONU sul Sahara Marocchino, il segretario generale Antonio Guterres ha denunciato l’uccisione di altri due saharawi nei campi di Tindouf avvenuti nell’ottobre 2020, sempre da parte di militari algerini, parlando al Consiglio dei diritti dell’Uomo di esecuzioni extragiudiziali; le due vittime sarebbero state arse vive dopo essere state cosparse di benzina da alcuni militari vicino al campo di Dakhla, in Algeria.
Esponenti dell’ONU hanno affermato che tali violazioni fanno parte di una tendenza più generale di violazioni sistematiche commesse dall’Algeria nei confronti delle popolazioni presenti nei campi di Tindouf e dei minori migranti. Hanno deplorato in particolare la repressione e le pratiche discriminatorie nei confronti di queste popolazioni, aumentate durante la pandemia della Covid-19.
Visto l’isolamento dal mondo che caratterizza i campi, gli esperti in materia di diritti umani hanno ribadito che le famiglie delle vittime non hanno diritto o possibilità di avviare procedimenti giudiziari presso tribunali algerini, e che non osano denunciare tali violazioni per timore di rappresaglie.