Marocco. Mohammed VI invita l’Algeria alla pace e alla riapertura delle frontiere

di Belkassem Yassine

“Chiediamo che prevalgano la saggezza e gli interessi dei nostri due Paesi (Marocco e Algeria, ndr). Potremo così superare questa deplorevole situazione che rovina le potenzialità dei nostri due paesi e che è contraria ai legami di affetto e di fraternità fra i nostri due popoli”, ha detto re Mohammed VI nel discorso rivolto il 31 luglio alla nazione in occasione del 22mo anniversario della Festa del Trono.
Sottolineata l’importanza accordata alla “sicurezza e stabilità dell’Algeria e alla tranquillità del suo popolo”, che sono organicamente legate alla sicurezza e alla stabilità del Marocco, il sovrano ha assicurato che ciò che colpisce il Marocco influenzerà ugualmente l’Algeria, “perché i due paesi fanno lo stesso corpo”.
“La verità è che sia il Marocco che l’Algeria si trovano difronte ai problemi dell’immigrazione, del contrabbando, del narcotraffico e della tratta di esseri umani”, ha osservato il re, il quale ha spiegato che le bande di queste attività criminali sono “il nostro vero nemico comune”. Se “insieme lavoriamo a combatterli, riusciremo a mettere fine alle loro attività”.
Il sovrano ha inoltre deplorando “le tensioni mediatiche e diplomatiche che vivono le relazioni tra il Marocco e l’Algeria”, che “nuocono all’immagine dei due paesi e lasciano un’impressione negativa, in particolare nelle sedi internazionali”.
Da parte sua il Marocco “si impegna a proseguire i suoi sforzi per consolidare la sicurezza e la stabilità nel suo spazio africano ed euromediterraneo, in particolare nel suo vicinato magrebino”, ha aggiunto il re, ribadendo il “sincero invito ai nostri fratelli in Algeria a lavorare insieme e senza condizioni per stabilire relazioni bilaterali basate sulla fiducia, il dialogo e il buon vicinato”, ed evidenziando che “più di due nazioni vicine, il Marocco e l’Algeria, sono due paesi gemelli che si completano a vicenda”. “Di conseguenza, a sua più stretta convenienza, invito il presidente algerino ad operare per lo sviluppo dei rapporti fraterni intessuti dai nostri due popoli durante anni di lotta comune”.
“Nessuna logica può spiegare la situazione attuale, tanto più che le ragioni che hanno portato alla chiusura delle frontiere sono totalmente superate e non hanno più ragione di essere”, ha affermato il re, dicendosi convinto che tra due paesi vicini e due popoli fratelli, la situazione normale è che “le frontiere siano e restino aperte”. Infatti la loro chiusura è in contrasto con un diritto naturale e un principio giuridico sancito dagli accordi internazionali, in particolare il Trattato di Marrakech, della fondazione dell’Unione del Maghreb Arabo che prevede la libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali tra gli Stati magrebini.
Il sovrano ha ricordato che “né l’attuale presidente algerino, né l’ex presidente, né io stesso siamo all’origine di questa decisione di chiusura”. “Dinanzi a Dio, alla Storia e ai nostri concittadini, siamo responsabili politicamente e moralmente del persistere dello status quo”. “Non voglio incolpare o dare lezione a nessuno. In realtà siamo fratelli, separati da un’entità intrusa, che non dovrebbe avere posto tra di noi. Rassicuro i nostri fratelli in Algeria che il male ed i problemi non vi arrivano mai dal Marocco, non vi arriva né pericolo né minaccia”, ha assicurato re Mohammed VI.