Marocco. Protesta formale per la tutela della Spagna al leader del Polisario Ghali

di Belkassem Yassine

Da quando la Spagna ha ospitato sul suo territorio il capo delle milizie del “Polisario” con falsa identita e accusato di crimini di guerra e di violazioni dei diritti dell’Uomo, “le autorità spagnole hanno moltiplicato le dichiarazioni per tentare di giusticare di giustificare questo grave atto contrario allo spirito di partenariato e di buon vicinato”. E’ quanto riportato da un comunicato del ministero degli Esteri del Marocco, in cui viene precisato che “la decisione delle autorità spagnole di non avvisare i loro omologhi marocchini dell’arrivo del leader delle milizie Polisario è un atto premeditato, una scelta volontaria e una decisione sovrana della Spagna di cui il Marocco prende pienamente atto e da cui trarrà le conseguenze”.
Il comunicato stampa del ministero si riferisce alla presenza in un ospedale spagnolo del presidente dell’autoproclamata Repubblica Araba Saharawi nonché capo delle milizie Brahim Ghali, accusato di diversi crimini fra cui violenza sessuale, torture e eprsino di omicidio: Ghali sarebbe stato ricoverato con un nome falso a causa dell’infezione da Covid-19, ma le proteste di oppositori e vittime hanno spinto la Procura del paese iberico ad aprire un’inchiesta. La nota profegue affermando che “Rifarsi a considerazioni umanitarie non può giustificare questo atteggiamento negativo. Le considerazioni umanitarie non giustificano manovre pianificate alle spalle di un partner e di un vicino. Le considerazioni umanitarie non possono spiegare l’inerzia del sistema giudiziario spagnolo, che è adeguatamente informato con denunce documentate”.
Secondo Rabat, “l’applicazione della legge e la salvaguardia dei diritti delle vittime non possono essere fatte con doppi standard”. “Le considerazioni umanitarie non possono essere una panacea che concediamo selettivamente al leader delle milizie Polisario, in un momento in cui migliaia di persone vivono in condizioni disumane nei campi di Tindouf”, prosegue il comunicato.
“Le considerazioni umanitarie non giustificano la complicità di un’usurpazione d’identità e di una falsificazione di passaporto, destinate a eludere volontariamente la legge. Le considerazioni umanitarie non possono negare le legittime rivendicazioni delle vittime di stupro, tortura e le massicce violazioni dei diritti umani commesse dal leader delle milizie del Polisario”, conclude il comunicato.