Migranti: braccio di ferro di Salvini con Muscat sulla Aquarius. ‘Porti chiusi’

di Enrico Oliari –

E’ braccio di ferro fra Italia e Malta sulla nave Aquarius battente bandiera di Gibilterra, carica di 629 migranti soccorsi al largo delle coste libiche dall’ong SOS Mediterranée: il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha voluto mettere in pratica quanto affermato per anni soprattutto in campagna elettorale, e con il ministro alle infrastrutture Danilo Toninelli ha provveduto a “chiudere i porti” italiani alla nave. “Basta. Salvare le vite è un dovere, trasformare l’Italia in un enorme campo profughi no. L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta c’è chi dice no.#chiudiamoiporti”, ha twittato Salvini, il quale ha accusato La Valletta di non accogliere i migranti salvati dalle ong, contravvenendo così alle leggi internazionali.
In effetti la questione è piuttosto complicata, dal momento che se da un lato le navi delle ong hanno l’obbligo di mettere in salvo i migranti nel porto sicuro più vicino, dall’altro le operazioni di salvataggio sono gestite dalla centrale militare italiana, che di fatto dice alle navi delle ong dove si trovano le imbarcazioni dei migranti. Di mezzo c’è un’Europa unita che non funziona, dove Merkel e Juncker ripetono come un disco rotto che l’Italia è stata lasciata sola, ma non funzionano ne’ i ricollocamenti dei richiedenti asilo, ne’ il rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza nei territori Ue.
Il trattato di Dublino e le successive riforme, sempre sottoscritte anche dall’Italia, prevede che il migrante sia gestito dal paese in cui arriva, ma per dare una dimensione al problema è bene vedere i dati: dal 2014 al 2017 sono sbarcati in Italia 624.688 richiedenti asilo (119.310 nel 2017; 181.436 nel 2018; 153.842 nel 2015; 170.100 nel 2014), quasi sempre senza documenti e dichiaranti false generalità per non essere rimpatriati. Difficile che Malta li possa accogliere tutti, ma è evidente che il governo della Valletta non ce ne abbia messo del suo, neppure un po’. Per cui, davanti alle accuse di Salvini il premier maltese Joseph Muscat ha affermato che il governo italiano “sta andando contro le regole internazionali e, con il suo atteggiamento, sta rischiando di creare una situazione pericolosa per tutti: Malta sta rispettando le regole internazionali e quindi non può fare attraccare la Aquarius”. “Senza alcun pregiudizio – ha continuato Muscat – e seguendo la linea degli ultimi anni, abbiamo dato la nostra disponibilità per effettuare evacuazioni mediche di persone che necessitano di cure mediche urgenti. Detto questo sono molto preoccupato per la linea delle autorità italiane che rischia di creare una situazione molto pericolosa per tutti i soggetti coinvolti”. Ed ha concluso con un “Roma sta cercando l’incidente”.
Incidente o no, a Malta, paese dal porto sicuro più vicino, si dà per scontato che i migranti debbano sbarcare sulle coste italiane, e non è detto che l’indotto (chiamiamolo pure business) dell’accoglienza italiano ciò non vada bene.
Fato sta che la situazione sembra destinata ad esplodere, la Aquarius è ferma in mezzo al mare con il suo carico di migranti tra cui 11 bambini piccoli e 123 minori non accompagnati, mentre già dal largo delle coste libiche è partita la Sea Watch 3 con a bordo 800 migranti recuperati da imbarcazioni straniere e italiane. Lo ha reso noto lo stesso Salvini attraverso un tweet in cui si legge che “Oggi anche la nave Sea Watch 3, di ong tedesca e battente bandiera olandese, è al largo delle coste libiche in attesa di effettuare l’ennesimo carico di immigrati, da portare in Italia. L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta C’È CHI DICE NO.#chiudiamoiporti”.
Il rischio è che si crei in mezzo al mare una pressione di navi cariche di migranti, per quanto soccorsi in quello che è l’approvvigionamento di acqua, alimentari e cure mediche.