Migranti: Di Maio presenta il decreto per ridurre a 4 mesi il disbrigo delle domande di asilo

Invertito l’onere della prova: saranno i richiedenti asilo di 13 paesi “sicuri” a dover fornire le motivazioni.

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Il ministro degli Esteri Luigi di Maio ha spiegato in un incontro alla Farnesina l’obiettivo del governo di ridurre in modo drastico i tempi necessari per sbrigare le domande di asilo dei migranti provenienti da 13 paesi, scendendo dai 2 anni attuali a 4 mesi.
Lo strumento che Di Maio intende adottare è quello di un decreto “che non urla ma fa i fatti” e che “non comporta oneri di spesa per la semplice ragione che questo tipo di decreto inverte l’onere della prova”, ovvero dovrà essere il richiedente asilo proveniente da uno dei 13 paesi indicati a dover produrre prove a sostegno della sua richiesta.
I 13 Paesi sono Algeria, Marocco, Tunisia, Senegal, Albania, Bosnia, Ghana, Kosovo, Montenegro, Serbia, Ucraina, Macedonia del Nord e Capo Verde, paesi considerati sicuri e dove non sono in corso guerre.
Il ministro ha poi spiegato che “Il fondo di rimpatrio, che può arrivare a 50 milioni di euro, non è il fondo di spese nostre per effettuare il rimpatrio, ma è il fondo che ci serve per sottoscrivere gli accordi. Nel senso che capiremo l’esigenza di spesa anche in base, per esempio, ai progetti di cooperazione allo sviluppo che avvieremo con i paesi per poi accelerare il meccanismo di rimpatrio”.
Sulla redistribuzione dei richiedenti asilo, prevista nella bozza degli accordi di Malta che verrà presentata a breve all’Ue, Di Maio ha detto di “non credere che sia la soluzione del problema. La redistribuzione ci aiuta soltanto a gestire il problema degli sbarchi come Europa e non più come Italia. Ma se abbiamo delle persone che secondo le regole internazionali e le leggi italiane non possono stare qui, noi dobbiamo fare molto di più con il sistema dei rimpatri”.